martedì 7 agosto 2018

10mo ANNIVERSARIO DEGLI EVENTI DELL’AGOSTO 2008 NEL CAUCASO


10mo ANNIVERSARIO DEGLI EVENTI DELL’AGOSTO 2008 NEL CAUCASO

Commento del Dipartimento Informazione e Stampa del MID della Russia


10 anni fa, nella notte tra il 7 e l'8 agosto 2008, il governo di M. Saakashvili, violando gravemente gli accordi internazionali sulla soluzione pacifica del conflitto georgiano-osseto, lanciava un'operazione militare su vasta scala contro l'Ossezia meridionale,

L’aggressione contro Zchinvali - riconosciuta dalle parti in conflitto - era totalmente immotivata. In conformità con l'accordo di Sochi del 1992 tra Russia e Georgia, la sicurezza in Ossezia del Sud era assicurata dalle forze di pace congiunte (tre battaglioni - dalla Russia, dall’Ossezia del Sud e dalla Georgia). Operava anche una Commissione congiunta di controllo, composta dalle parti Russia, Georgia, Ossezia del Sud e Ossezia del Nord. Nonostante i ripetuti tentativi di Tbilisi di rivedere l'accordo, le forze di pace russe erano presenti, al momento del conflitto, in Ossezia del Sud nella pienezza della legalità nell’ambito delle risoluzioni riconosciute a livello internazionale di regolamentazione del conflitto. Così come dal 1992 si trovavano osservatori dell'OSCE.

Per quanto riguarda l'Abkhazia, questa è stata ufficialmente riconosciuta come parte nel conflitto nei documenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in particolare in una delle ultime risoluzioni adottate su questo argomento - la 1808 In questo territorio, a fianco delle forze Collettive della CSI, stava operando una missione delle Nazioni Unite.

Nella notte del 7 agosto le forze armate georgiane iniziarono un imponente bombardamento di artiglieria della città di Zchinvali, che durò fino al mattino. Alla televisione georgiana intervenì il generale M. Kurashvili, che dichiarò che «la Georgia ha lanciato un'operazione per ristabilire l'ordine costituzionale nel territorio dell'Ossezia del Sud». Zchinvali venne circondata in tutto il suo perimetro dai sistemi di fuoco georgiani «Grad» e sottoposta a una raffica di bombardamenti della città, senza distinzione alcuna tra obiettivi militari e aree residenziali. L’8 agosto nella capitale della Ossezia del Sud, con un massiccio impiego di carri armati e veicoli blindati le forze armate di terra dell'esercito georgiano e le forze speciali del ministero dell'Interno georgiano entrarono in città.

Parallelamente le forze armate georgiane lanciarono un assalto al distaccamento delle forze di pace russe. Alla vigilia gli osservatori militari dalla Georgia avevano segretamente lasciato il loro posto nel quartier generale unificato delle forze di pace e dai posti di osservazione. L'8-10 agosto il battaglione di peacekeeping russo respinse almeno cinque attacchi georgiani. Dieci soldati della forza di pace russa vennero uccisi ed una quarantina feriti. Edifici e attrezzature posizionate nel territorio della città furono quasi completamente distrutti.

Anche Zchinvali ha sofferto seriamente a causa degli attacchi georgiani. La maggior parte delle case furono parzialmente o completamente distrutte. Le strutture municipali vitali della città, le imprese industriali furono colpite. Diversi villaggi adiacenti a Zchinvali furono distrutti.

Data la continua minaccia diretta alle vite di cittadini russi in Ossezia del Sud, la leadership russa decise di avviare un'operazione volta a costringere la parte georgiana alla pace.
L'ovvietà dell'aggressione georgiana è stata successivamente confermato ufficialmente, in particolare, nel rapporto della Commissione internazionale d'inchiesta sulle cause del conflitto nel Caucaso, creato sotto gli auspici dell'Unione europea e guidata dalla svizzera H. Tagliavini. Il rapporto è stato pubblicato nell'autunno del 2009.

La partecipazione delle truppe russe al respingimento dell'attacco all’Ossezia del Sud era legittimo, in attuazione del diritto alla legittima difesa sancito, in particolare, dall'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.

Le ragioni di questa sono apparse alla Federazione Russa in seguito all’attacco su larga scala della Georgia alle unità di pace delle Forze Armate della Federazione Russa che si trovavano in Ossezia del Sud legalmente e con il consenso della Georgia. In conformità con il citato articolo della Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era stato informato dalla parte russa della realizzazione del suo diritto all'autodifesa.

L'operazione militare russa perseguiva un unico obiettivo: fermare l'aggressione della Georgia ed impedire la possibilità che gli attacchi venissero ripetuti. La sua organizzazione e condotta furono strettamente proporzionali alla minaccia rappresentata dalla Georgia. A conclusione delle operazioni, unità operative militari delle Forze armate russe furono ritirate dal territorio della Georgia nell'ottobre del 2008, in conformità con i Principi della Composizione (del conflitto ndt) elaborati dal Presidente della Russia Dmitrij Medvedev e dal Presidente francese Nicolas Sarkozy (questo documento viene spesso erroneamente definito come «L'Accordo di cessate il fuoco»), E accordi di precisazione datati 8 settembre 2008.

In data 26 agosto 2008 la Russia ha riconosciuto l'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, basandosi sulle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1970 sui principi del diritto internazionale concernenti le relazioni amichevoli tra gli Stati, sull'Atto finale di Helsinki della CSCE del 1975 e di altri strumenti internazionali fondamentali. L’attacco all’Ossezia del Sud, la preparazione di un'azione simile contro l'Abkhazia che furono il culmine di anni di politica violenta di Tbilisi nei confronti di questi popoli, hanno lasciato loro un’altra scelta volta a garantire loro sicurezza e il diritto di esistere attraverso l'auto-determinazione come Stati indipendenti.

Riconoscendo l'Ossezia del Sud e l'Abkhazia, la Russia si è assunta la responsabilità non solo della loro sicurezza, ma anche del loro successo nello sviluppo di paesi moderni, democratici, socialmente ed economicamente prosperi. Il 9 settembre 2008 sono state stabilite relazioni diplomatiche con le due Repubbliche ed il 17 settembre 2008 sono stati firmati i Trattati di Amicizia, Cooperazione e Assistenza reciproca, che sono diventati la pietra angolare della nostra attiva cooperazione.

L'8 settembre i Presidenti di Russia e Francia hanno approvato un documento sull'attuazione del piano di pace del 12 agosto, che concretizza i sei principi della risoluzione del conflitto. Il 15 ottobre 2008, a Ginevra, si aprì un nuovo format internazionale per il Caucaso meridionale – dialogo internazionale sulla sicurezza e la stabilità nella regione Transcaucasica. Questo formato ha sostanzialmente rafforzato le nuove entità politiche e giuridiche emerse nella regione dopo il respingimento dell'avventura militare georgiana, poiché qualcuno vorrebbe presentare la questione in un altro modo. Alle riunioni di Ginevra partecipano su base paritaria ed a parità di condizioni rappresentanti di Abkhazia, Georgia e Ossezia del Sud, così come UE, OSCE, ONU, Russia e Stati Uniti come direttamente coinvolti prima della sua costituzione ed interessati alla stabilità e alla sicurezza nel Caucaso meridionale. Le tre organizzazioni internazionali citate, come concordato dai partecipanti, co-presiedono contemporaneamente le discussioni di Ginevra.

La principale lezione dei tragici eventi del 2008 - un altro promemoria sul fatto che l'uso della forza per risolvere dispute e conflitti internazionali è privo di significato e controproducente. Soprattutto quando si tratta di una sfera così complessa e delicata come le relazioni interetniche: ogni violenza qui conduce alle conseguenze più dolorose e talvolta irreparabili. Gli sforzi della Russia nel Caucaso meridionale in tutti questi anni mirano a ripristinare il dialogo e un processo negoziale complessivo tra la Georgia, da un lato, e l'Abkhazia e l'Ossezia meridionale, dall'altro. Il primo passo nella giusta direzione potrebbe essere la firma di accordi sul reciproco non-uso della forza. Ci aspettiamo prevalga il buon senso.






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