Intervento di
Aleksandr Lukashevich, Rappresentante permanente della Russia presso l'OSCE,
nella una riunione del Consiglio permanente dell'OSCE sulla situazione in
Ucraina e la necessità di attuare gli accordi di Minsk, Vienna, 22 novembre
2018
Egregio Signor
Presidente,
Sta
diventando sempre più evidente il modo in cui le azioni della leadership
dell'Ucraina sono in netta contraddizione con le generose assicurazioni sulla
loro adesione a una soluzione pacifica del conflitto nell'est del paese. Invece
di passi concreti su un accordo politico-diplomatico, Kiev continua ad
aumentare artificialmente le tensioni militari nel Donbass, senza ridurre gli
scenari della forza. Diversamente il recente trasferimento da parte di Kiev nel
Donbass di artiglieria di grosso calibro, dei sistemi di lancio multipli Uragan
dei sistemi missilistici BUK e S-300 e di armamenti americani non possono
essere spiegati. Questi fatti, come abbiamo già notato, sono confermati nelle
relazioni di novembre della missione speciale di monitoraggio dell'OSCE (SMM)
in Ucraina.
In generale, secondo la parte ucraina, nel 2018, Kiev ha
aumentato i finanziamenti per gli acquisti militari del 37% rispetto al 2017. Per
il 2019 è stato deciso di aumentarli ulteriormente, portando il totale al 5,36%
del PIL. Dall'inizio dell'anno le forze armate dell'Ucraina hanno ricevuto
oltre 3.500 unità di armamenti e equipaggiamenti militari, compresi i carri
armati T-72, mezzi corazzati BTR-3, sistemi missilistici Stugna-P e Corsair,
nonché mortai da 82 mm. Le speculazioni sull'acquisto di armi letali da parte
dell'Ucraina all'estero, inclusi droni d'attacco e tecnologie correlate, non
diminuiscono.
Il prezzo di
una tale militarizzazione del paese sono vite lacerate, destini spezzati, case
e famiglie distrutte. Nella scorsa settimana, la SMM ha registrato attacchi di
artiglieria su Debal’zevo, Michajlovka e Krutoj Balke. Diverse le case
danneggiate. Rappresentanti di alcuni distretti delle regioni di Donezk e
Lugansk affermano che il 17 novembre è stato ferito un civile di Trudovskij,
una donna nel villaggio di Golmovskij il 15 novembre e un elettricista a
Mareevka il 14 novembre. Ci aspettiamo che la SMM verifichi rapidamente queste
informazioni.
Invitiamo la missione a migliorare l’attività di osservazione
lungo la linea di contatto. Chiediamo un nuovo rapporto tematico sulle vittime
civili e sulla distruzione delle infrastrutture civili. Dal 16 settembre 2017
(data di pubblicazione dell'ultimo rapporto tematico) molti sono stati i bombardamenti
delle aree residenziali del Donbass da parte delle Forze armate dell'Ucraina.
Attiriamo l'attenzione sui tentativi di Kiev di limitare le
attività di osservazione della SMM. La settimana scorsa droni a lungo raggio si
sono "fermati" sopra l'area di Vyskriv, Stepanovka, Vershina,
Mironovskaja, Prichepilovka e Popasnaja. Il 12 novembre, vicino a
Prichepilovka, la SMM ha individuato una stazione di disturbo radio (R-934B /
BM VHF / UHF). Le forze di sicurezza ucraine non hanno permesso agli osservatori
di visitare i siti militari a Novoselovka II e Starognatovka.
Le conseguenze delle azioni delle Forze armate dell'Ucraina in
Donbass sono avvertite anche dai residenti di altre regioni del paese. Un
numero crescente di crimini vedono colpi di armi da guerra "in mani
sbagliate" e un loro uso successivo a scopi criminali. Secondo il
Procuratore capo militare dell'Ucraina, A. Matios, ogni tre soldati, uno come
afferma lui porta "trofei di guerra" dal Donbass. Le forze
dell'ordine ucraine dichiarano la propria incapacità di controllare e limitare
la circolazione di armi non solo nel Donbass, ma in tutto il paese. Secondo il
Ministero degli Interni dell'Ucraina, oggi oltre 3 milioni di armi illegali
stanno "girando" in tutto il paese. Allo stesso tempo, dal 2014, ne sono
state sequestrate solo 4.500. Una nota questa per coloro che hanno espresso
l'intenzione di fornire armi all'Ucraina.
L'allarmante crescita delle tensioni nel Donbass si sta
verificando sullo sfondo della mancanza di volontà politica a Kiev di attuare
le disposizioni del "Pacchetto di misure" di Minsk. I negoziatori
ucraini a Minsk ignorano attentamente ogni aspetto politico dell'accordo,
rifiutano di discutere in modo sostanziale le questioni dello Status speciale, della
riforma costituzionale, dell’amnistia. Al limite del sabotaggio evitano di
fissare sulla carta la "formula di F.-V. Steinmeier" ed adempiere
l'accordo dei leader del "Quartetto di Normandia”, confermato per due
volte nei vertici del 2015 e del 2016 quali norme da inserire nella
legislazione ucraina.
La
riluttanza a rispettare gli accordi di Minsk, Kiev la camuffa goffamente nelle
sue manifestazioni di isteria antirussa. Le iniziative russofobiche della
leadership dell'Ucraina hanno un impatto negativo sulla situazione dei diritti
umani. L'attuale legge "Sull’educazione" ed il progetto di legge
"Per assicurare il funzionamento della lingua ucraina come lingua di Stato",
adottato in prima lettura, mirano a negare a quasi metà della popolazione del
paese i diritti e le opportunità di partecipare pienamente alla vita pubblica e
politica, ricevere istruzione, servizi medici, limitandone l'accesso alla vita
culturale.
Tuttavia, la
propaganda anti-russa non unisce, ma divide la società ucraina. Nel quinto
anniversario del "Majdan" la maggior parte della popolazione del
paese rimpiange gli eventi accaduti. Secondo un sondaggio di opinione del
canale NewsOne, il 91% dei 10.000 intervistati ha risposto negativamente alla
domanda - se poteste, rifareste il Majdan ? -. Degli ex partecipanti a quegli
eventi, oggi solo i radicali nazionalisti si sentono a proprio agio.
In queste condizioni non sorprende più che l'Ucraina, in una
riunione del Terzo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, abbia
votato contro la risoluzione sulla lotta contro il nazismo, il neo-nazismo e le
altre pratiche che contribuiscono all'escalation delle forme contemporanee di
razzismo, di discriminazione razziale, xenofobia e collegate con queste l’intolleranza.
Ma nonostante ciò la risoluzione ha ricevuto un appoggio completo (è
sintomatico che solo gli Stati Uniti abbiano votato uguale all'Ucraina). Questo
è un chiaro esempio di chi è realmente isolato sulle importanti questioni
dell'agenda internazionale.
Sentendosi impuniti i radicali ucraini continuano a commettere i
loro mostruosi crimini. Secondo la SMM (rapporto del 16 novembre), nella notte
del 5 novembre nella città di Kolomyja, nella regione di Ivano-Frankovsk, nel
cimitero locale delle vittime della Prima guerra mondiale 94 croci di soldati
polacchi caduti, sono state divelte. Il 15 novembre i nazionalisti hanno
cercato di incendiare la chiesa di Sant'Andrea a Kiev. L'SMM ha riferito che i
custodi della chiesa sono stati feriti mentre cercavano di impedire l’assalto.
Il 17 novembre membri del "Settore destro" hanno cercato di prendere
d'assalto la residenza del metropolita di Krivoy Rog e Nikopol Ephraim. I preti
della canonica della Chiesa ortodossa ucraina hanno iniziato a essere chiamati dai
servizi di sicurezza dell'Ucraina "per colloqui", probabilmente con
lo scopo di costringerli a cambiare le loro convinzioni.
Kiev sta cercando di nascondere alla comunità internazionale le
manifestazioni sopramenzionate del radicalismo. Limita la libertà di parola, non
persegue la persecuzione dei giornalisti all'interno del paese. Il
caporedattore di RIA Novosti-Ucraina Kirill Vyshinskij è ancora in stato di arresto
con un'accusa assurda ed inventata. Il 6 novembre a Kiev i Servizi hanno
arrestato il regista e giornalista, autore di documentari sulla religione ortodossa
Oleg Sagan. Un pensionato gravemente malato viene accusato di mettere in
discussione l'integrità territoriale dell'Ucraina e di incitare all'odio
religioso.
Il 9 novembre, i Servizi hanno invaso l'appartamento del
caporedattore della rivista ucraina “Sparo controllato” Roman Vasilishin che
stava indagando sulla corruzione nelle forze armate ucraine. Il 18 novembre a
Kiev due giornalisti sono stati attaccati fisicamente. Secondo il capo
dell'Unione nazionale dei giornalisti dell'Ucraina, dall'inizio del 2017 più di
160 di questi casi sono stati registrati nel paese. Il leader del gruppo
"C14" (gruppo dell’ultradestra ndt) sul canale
"Magnolia-TV" ha spiegato tali azioni come "Tribunale del
popolo". I responsabili generalmente restano impuniti. Contiamo sulla
reazione del Rappresentante OSCE per la libertà dei media, A. Desir
Egregio
Signor Presidente,
Problemi di
libertà di parola, persecuzione della Chiesa, nazionalismo radicale e
violazione dei diritti delle minoranze nazionali meritano la dovuta attenzione
da parte dell'OSCE nel contesto del contributo dell'Organizzazione alla
risoluzione della crisi in Ucraina. Permettetemi di ricordare che la base
principale e incontestata per una soluzione è il "Pacchetto di
misure" di Minsk, sostenuto dalla risoluzione 2202 del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite del 17 febbraio 2015 e una dichiarazione del Presidente del
Consiglio di sicurezza dell'ONU del 6 giugno 2018. Gli aspetti politici della
regolamentazione del conflitto non sono meno importanti di quelli militari e
richiedono un'implementazione urgente e rigorosa. Il concetto di passi
paralleli nell'ambito della politica e della sicurezza è stato confermato durante
il vertice di Berlino del "Quartetto di Normandia" del 20 ottobre
2016.
Nell'ambito
militare si rendono necessarie ulteriori misure per rafforzare la sicurezza: il
divieto di bombardamento di insediamenti civili ed attività di ricognizione e
sabotaggio, l’emanazione di ordini di cessate il fuoco e la responsabilità
disciplinare dei trasgressori. Infine
è necessario cessare l’ampliamento della presenza di forze e mezzi a Stanica
Luganskaja in conformità con l'accordo quadro del 21 settembre 2016 e
ripristinare lo status quo nelle altre due aree pilota di allargamento di Zolot
e Petrovskij.
E'
ora di spezzare il «punto morto» ed una serie di problemi acuti in campo
umanitario, a partire dalla cancellazione introdotta da Kiev del blocco dei trasporti
commerciali nonché la riparazione del ponte nel villaggio Luganskoj sulla base
del progetto della SMM. Risolvere il conflitto nazionale di Kiev si può solo
attraverso negoziati diretti con Donezk e Lugansk in stretta conformità con il «Pacchetto
di misure»
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