sabato 15 dicembre 2018

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Russia in relazione ai piani per la creazione di un "esercito" del Kosovo



Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Russia in relazione ai piani per la creazione di un "esercito" del Kosovo
A Pristina, il 14 dicembre, il "parlamento" ha deciso di trasformare le forze di sicurezza del Kosovo in un "esercito" del Kosovo a pieno titolo. Questo passo è una grave violazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mirata a esacerbare seriamente la situazione nei Balcani, gravida  di recidive dei conflitti armati nella regione.
La retorica di un certo numero di politici statunitensi e della UE, di ex generali della NATO, che stanno cercando di convincere se stessi e coloro che li circondano che la decisione di Pristina non cambia l'essenza della Forza di sicurezza del Kosovo, è sorprendente. In realtà, stiamo parlando di raddoppiare il loro numero, creare riserve e, soprattutto, sostituire l'essenza delle forze che fino a poco tempo fa erano servite da protezione civile. Con l'assistenza degli Stati Uniti e di un certo numero di paesi della NATO, l'esercito albanese del Kosovo è stato sottoposto ad un intenso addestramento e la fornitura di armi e attrezzature ai kosovari è in aumento.
Allo stesso tempo le capitali occidentali e la capitale UE Bruxelles ignorano la linea costruttiva e responsabile di Belgrado finalizzata a trovare un compromesso, a ridurre le tensioni. In particolare, la leadership serba si è astenuta dal rispondere all'introduzione da parte di Pristina nel novembre di quest'anno a dazi doganali del 100% sulle merci provenienti dalla Serbia e dalla Bosnia-Erzegovina. Ciò mirava a creare condizioni disastrose per i serbi del Kosovo e la continuazione della pulizia etnica contro la popolazione non albanese.
Constatiamo come il "Primo Ministro" del Kosovo R. Haradinaj, su consegna degli Stati Uniti che ha seguito la crisi allo scopo di spargere ed aggravare sistematicamente le minacce di rinnovate violenze e guerre nei Balcani, è la personificazione del fallimento dell’attiva propaganda imposta dell’occidente del concetto di creazione dello "stato" del Kosovo. Ovviamente il Kosovo sta diventando sempre più un focolaio di instabilità, una fonte di potenziale conflitto nella regione. Il ruolo di mediazione dell'Unione europea nel dialogo tra Belgrado e Pristina è fallito.
Auspichiamo che la presenza internazionale in Kosovo, in particolare l'UNMIK e la Forza del Kosovo, in conformità con i mandati ricevuti ed agendo sulla base delle clausole 9 "b" e la clausola 15 della Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1244, si obblighino a prendere misure immediate e globali per la smilitarizzazione e lo scioglimento di qualsiasi formazione armata albanese del Kosovo.


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