Dichiarazione
del Ministero degli Affari Esteri della Russia in relazione ai piani per la
creazione di un "esercito" del Kosovo
A Pristina, il 14 dicembre, il
"parlamento" ha deciso di trasformare le forze di sicurezza del
Kosovo in un "esercito" del Kosovo a pieno titolo. Questo passo è una grave violazione della risoluzione 1244 del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mirata a esacerbare seriamente la
situazione nei Balcani, gravida di recidive
dei conflitti armati nella regione.
La retorica di un certo numero
di politici statunitensi e della UE, di ex generali della NATO, che stanno
cercando di convincere se stessi e coloro che li circondano che la decisione di
Pristina non cambia l'essenza della Forza di sicurezza del Kosovo, è
sorprendente. In realtà, stiamo parlando di raddoppiare
il loro numero, creare riserve e, soprattutto, sostituire l'essenza delle forze
che fino a poco tempo fa erano servite da protezione civile. Con l'assistenza degli Stati Uniti e di un certo numero di paesi della
NATO, l'esercito albanese del Kosovo è stato sottoposto ad un intenso
addestramento e la fornitura di armi e attrezzature ai kosovari è in aumento.
Allo stesso tempo le capitali
occidentali e la capitale UE Bruxelles ignorano la linea costruttiva e
responsabile di Belgrado finalizzata a trovare un compromesso, a ridurre le
tensioni. In particolare, la leadership serba si è
astenuta dal rispondere all'introduzione da parte di Pristina nel novembre di
quest'anno a dazi doganali del 100% sulle merci provenienti dalla Serbia e
dalla Bosnia-Erzegovina. Ciò mirava a creare condizioni disastrose per i serbi
del Kosovo e la continuazione della pulizia etnica contro la popolazione non
albanese.
Constatiamo come il
"Primo Ministro" del Kosovo R. Haradinaj, su consegna degli Stati
Uniti che ha seguito la crisi allo scopo di spargere ed aggravare
sistematicamente le minacce di rinnovate violenze e guerre nei Balcani, è la
personificazione del fallimento dell’attiva propaganda imposta dell’occidente del
concetto di creazione dello "stato" del Kosovo. Ovviamente
il Kosovo sta diventando sempre più un focolaio di instabilità, una fonte di
potenziale conflitto nella regione. Il ruolo di
mediazione dell'Unione europea nel dialogo tra Belgrado e Pristina è fallito.
Auspichiamo che la presenza
internazionale in Kosovo, in particolare l'UNMIK e la Forza del Kosovo, in
conformità con i mandati ricevuti ed agendo sulla base delle clausole 9
"b" e la clausola 15 della Risoluzione del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite 1244, si obblighino a prendere misure immediate e globali
per la smilitarizzazione e lo scioglimento di qualsiasi formazione
armata albanese del Kosovo.
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