Lettera aperta degli scrittori ai connazionali
Cari compatrioti!
La guerra scatenata nel 2014 dal
regime oligarchico di Kiev contro le due repubbliche del Donbass, Donezk e
Lugansk è già al suo sesto anno ed è entrata nella fase cronica. Gli epici
hanno accumulato stanchezza e delusione per l'incertezza in cui vivono. I
bombardamenti delle periferie di Lugansk, Donetsk e Gorlovka non si fermano. Ogni
giorno il numero delle vittime - i difensori del Donbass ed i civili si sta
moltiplicando. La guerra ha finora ferito migliaia di vite e non si vede la
fine. In questo 2019, nel contesto della situazione internazionale - un forte
aumento delle pressioni economiche, politiche e religiose da parte dei circoli
occidentali sulla Russia, - la situazione nel Donbass potrebbe aggravarsi
repentinamente.
I sostenitori dell'autocefalia
hanno tentato di dividere l’unità degli slavi del mondo russo, facendoli
sprofondare nella catastrofe. Va ricordato che l'eroico popolo del Donbass ha
salvato migliaia di vite di suoi figli e figlie difendendo i confini russi dalle
basi militari della giunta di Kiev, ripetendo le gesta degli eroi della Grande
Guerra Patriottica.
Nel frattempo, la maggioranza del
popolo russo non sa quasi nulla del destino delle persone nel Donbass. Ci sono
pochissimi libri e film veritieri. Tra questi c'è il libro documentario di
Aleksandr Zhuchkovskij "85 Giorni a Slavjansk" su come è iniziata la
"Primavera russa", con mappe dettagliate delle battaglie e l’elenco
di tutti i caduti per Slavjansk.
Possiamo citare il romanzo di Aleksandr
Prochanov “Assassinio delle città”, la raccolta delle pungenti storie di Sergej
Shirgunov, “I Nostri” e annuari quali “Ho combattuto in Novorossia”, “Il tempo
del Donbass”, “La scelta del Donbass”.
È gratificante che in Russia si stiano
girando film di alta qualità e veritieri sul Donbass. A Sebastopoli, al
festival del cinema e della televisione per i contenuti è stato premiato “San
Vladimir", al Grand Premio ha vinto il film della regista del Kuban Natal’jaa
Batraeva “La portiera di Donezk”.
Un film importante è diventato "Donbass.
Periferia” di Renata Davletarova, girato con un sostegno finanziario del
Ministero della Cultura della Federazione Russa. La Russia ha fornito e
fornisce un'enorme assistenza umanitaria al Donbass in guerra.
La procedura per concedere ai
cittadini del Donbass la cittadinanza della Federazione Russa trasferiti in
Russia è stata accelerata, ma ancora non è garantito un posto dove vivere e
lavorare.
In cosa Donezk e Lugansk sono da
meno dell’Ossezia del Sud o della Crimea? Il Donbass è carne della carne e
sangue del sangue della nostra Patria comune. Parlano con noi la nostra stessa
lingua russa, onorano i nostri eroi comuni, abbiamo una storia ed una fede
ortodossa.
Non c'è bisogno di aspettare che le truppe della Junta organizzino
una "ljustrazija" nel Donbass, uccidano e rendano mutilati decine di
migliaia di persone, distruggano le città e distruggano l’economia.
Da tempo vi è l’urgente
imperativo di riconoscere l'indipendenza delle due repubbliche autoproclamate
del Donbass.
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