lunedì 25 febbraio 2019

Lettera aperta a Vladimir Putin degli scrittori russi



Lettera aperta degli scrittori ai connazionali

Cari compatrioti! 

La guerra scatenata nel 2014 dal regime oligarchico di Kiev contro le due repubbliche del Donbass, Donezk e Lugansk è già al suo sesto anno ed è entrata nella fase cronica. Gli epici hanno accumulato stanchezza e delusione per l'incertezza in cui vivono. I bombardamenti delle periferie di Lugansk, Donetsk e Gorlovka non si fermano. Ogni giorno il numero delle vittime - i difensori del Donbass ed i civili si sta moltiplicando. La guerra ha finora ferito migliaia di vite e non si vede la fine. In questo 2019, nel contesto della situazione internazionale - un forte aumento delle pressioni economiche, politiche e religiose da parte dei circoli occidentali sulla Russia, - la situazione nel Donbass potrebbe aggravarsi repentinamente. 

I sostenitori dell'autocefalia hanno tentato di dividere l’unità degli slavi del mondo russo, facendoli sprofondare nella catastrofe. Va ricordato che l'eroico popolo del Donbass ha salvato migliaia di vite di suoi figli e figlie difendendo i confini russi dalle basi militari della giunta di Kiev, ripetendo le gesta degli eroi della Grande Guerra Patriottica. 

Nel frattempo, la maggioranza del popolo russo non sa quasi nulla del destino delle persone nel Donbass. Ci sono pochissimi libri e film veritieri. Tra questi c'è il libro documentario di Aleksandr Zhuchkovskij "85 Giorni a Slavjansk" su come è iniziata la "Primavera russa", con mappe dettagliate delle battaglie e l’elenco di tutti i caduti per Slavjansk. 

Possiamo citare il romanzo di Aleksandr Prochanov “Assassinio delle città”, la raccolta delle pungenti storie di Sergej Shirgunov, “I Nostri” e annuari quali “Ho combattuto in Novorossia”, “Il tempo del Donbass”, “La scelta del Donbass”.
È gratificante che in Russia si stiano girando film di alta qualità e veritieri sul Donbass. A Sebastopoli, al festival del cinema e della televisione per i contenuti è stato premiato “San Vladimir", al Grand Premio ha vinto il film della regista del Kuban Natal’jaa Batraeva “La portiera di Donezk”.

Un film importante è diventato "Donbass. Periferia” di Renata Davletarova, girato con un sostegno finanziario del Ministero della Cultura della Federazione Russa. La Russia ha fornito e fornisce un'enorme assistenza umanitaria al Donbass in guerra. 

La procedura per concedere ai cittadini del Donbass la cittadinanza della Federazione Russa trasferiti in Russia è stata accelerata, ma ancora non è garantito un posto dove vivere e lavorare. 

In cosa Donezk e Lugansk sono da meno dell’Ossezia del Sud o della Crimea? Il Donbass è carne della carne e sangue del sangue della nostra Patria comune. Parlano con noi la nostra stessa lingua russa, onorano i nostri eroi comuni, abbiamo una storia ed una fede ortodossa. 

Non c'è bisogno di aspettare che le truppe della Junta organizzino una "ljustrazija" nel Donbass, uccidano e rendano mutilati decine di migliaia di persone, distruggano le città e distruggano l’economia. 

Da tempo vi è l’urgente imperativo di riconoscere l'indipendenza delle due repubbliche autoproclamate del Donbass.




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