L'Ufficio
dell'OSCE per le istituzioni democratiche ed i diritti umani (ODIHR) ha
ricevuto una notifica ufficiale dal ministero degli esteri ucraino sul rifiuto
di accreditamento di cittadini della Federazione Russa che, come osservatori a
lungo termine, dovevano arrivare nel paese nelle prossime settimane per iniziare
a lavorare come parte della missione di monitoraggio elettorale dell'ODIHR nel
monitoraggio delle elezioni del Presidente dell’Ucraina.
In linea di principio, si
attendeva una simile decisione sullo sfondo delle dichiarazioni costantemente
sentite da alti funzionari ucraini, nonché delle azioni della Verkhovna Rada volte
a legiferare il divieto ai russi di partecipare al controllo delle elezioni in
Ucraina.
Allo
stesso tempo c'era una speranza che la ragione a Kiev avrebbe ancora trionfato.
I partner stranieri hanno prestato attenzione alla natura antidemocratica di
tali provvedimenti da parte delle autorità ucraine e la dirigenza dell'ODIHR ha
criticato questa intenzione. Sfortunatamente le speranze sulla sanità mentale
dei politici ucraini non si sono ancora materializzate.
Consideriamo il rifiuto
dell'Ucraina di accreditare gli osservatori russi come una grave violazione
degli obblighi internazionali nel campo delle procedure elettorali generalmente
accettate. E’ stato fatto un danno significativo all'immagine dell'ODIHR, che
si è posta come custode dei principi di monitoraggio elettorale del "gold
standard". Le autorità di Kiev, infatti, "si sono puliti i
piedi" su questi standard, dimostrando ancora una volta il totale
disprezzo delle norme del diritto internazionale e dei loro obblighi.
In queste
condizioni, la parte russa, per ragioni di sicurezza dei suoi rappresentanti
nella missione di osservazione dell'ODIHR, ha deciso di astenersi dal mandarli
in Ucraina.
L'assenza
di osservatori russi nelle missioni di monitoraggio internazionali, insieme
alla privazione del diritto a milioni di cittadini ucraini dell'opportunità di
votare in Russia alle elezioni presidenziali in Ucraina, mette in discussione
la trasparenza e l'obiettività dei risultati dell’espressione della volontà.
Chiediamo ai partner, in
primis tra i mentori occidentali di Kiev in materia di sviluppo democratico, di
dare una valutazione di principio delle azioni delle autorità ucraine e
chiedere che ritornino nel campo della legalità internazionale.
Il Direttore dell'OSCE / ODIHR deluso dalla decisione
dell'Ucraina di bloccare la partecipazione dei russi alla missione di
osservazione elettorale
Varsavia, 7 febbraio 2019 - Ingibjörg Sólrún Gísladóttir, Direttore
dell'Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche ed i diritti umani (ODIHR),
ha espresso oggi il suo rammarico per la decisione delle autorità ucraine di
impedire ai cittadini russi di partecipare alla missione di osservazione
elettorale dell'ODIHR per le elezioni presidenziali del 31 marzo in Ucraina.
In una lettera al Ministero degli Affari Esteri dell'Ucraina, il Direttore
dell'ODIHR ha anche espresso la sua profonda delusione per il fatto che oggi il
parlamento ha emanato una legge che ha formalizzato questa restrizione.
Gísladóttir ha scritto: "La decisione di negare la possibilità di
accreditamento ai cittadini di uno Stato partecipante è senza precedenti e
contravviene agli impegni assunti da tutti gli Stati partecipanti di invitare
osservatori di altri Stati partecipanti all'OSCE che potrebbero voler osservare
i procedimenti elettorali nella misura consentita dalla legge".
Ha sottolineato che gli osservatori inviati a partecipare alle missioni di
osservazione elettorale dell'ODIHR non rappresentano i rispettivi paesi, ma
piuttosto l'intera OSCE. Sono obbligati a seguire la metodologia di
osservazione elettorale dell'ODIHR e sono vincolati dal rigido codice di
condotta dell'Ufficio per gli osservatori elettorali, compreso il rimanere
rigorosamente imparziale e non intervenire in alcun modo nel processo
elettorale.
Il direttore dell'ODIHR ha anche sottolineato che l'inclusione di
osservatori elettorali di tutti gli Stati partecipanti all'OSCE che scelgono di
contribuire è un principio centrale del mandato di osservazione elettorale del
suo Ufficio. Ha sottolineato che si tratta di una serie concreta di impegni in
termini di dimensione umana che i paesi hanno assunto, come il rafforzamento
delle istituzioni e delle pratiche democratiche, comprese le elezioni
democratiche.
Invitando ulteriori riflessioni sulla questione, Gísladóttir ha scritto che
questi impegni comuni "stabiliscono standard chiari per il trattamento
reciproco degli Stati partecipanti e, senza eccezione, si applicano allo stesso
modo a ciascuno Stato partecipante. La loro attuazione in buona fede è
essenziale per le relazioni tra gli Stati".
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