venerdì 5 aprile 2019

Commento del Dipartimento di informazione e stampa del Ministero degli affari esteri russo in occasione del 70° anniversario dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico




Il 4 aprile ricorre il 70° anniversario della firma del Trattato Nord Atlantico sulla base del quale è stata creata la NATO. In questa occasione, il 3-4 aprile, è stato organizzato a Washington l'incontro "anniversario" del Consiglio della NATO a livello di ministri degli esteri.

Come l'agenda di questo evento e la natura delle decisioni del Consiglio della NATO mostrano, il blocco Nord Atlantico non intende cessare l'intensificazione dello scontro politico-militare con la Russia. Il compito chiave dell'alleanza, in generale, non è cambiato dalla sua nascita nel 1949; serrare le fila degli alleati all'insegna di scoraggiare le "minacce dall'est".

Nonostante il fatto che la NATO dichiari ufficialmente la disponibilità al dialogo con la Russia, non sono percepibili passi concreti. In atto lo stesso linguaggio di ultimatum e mancanza di disponibilità per affrontare essenzialmente i problemi chiave della sicurezza europea in forma di una conversazione significativa incentrata sui risultati. La Russia rimane aperta alla cooperazione per allentare le tensioni, ripristinare la fiducia, evitare fraintendimenti reciproci e ridurre i rischi di incidenti pericolosi. Tuttavia, da lato suo, la NATO non vede iniziative costruttive a questo riguardo. I canali del dialogo militare rimangono ancora chiusi.

L'incremento delle capacità della coalizione dell'alleanza e l'ulteriore potenziamento delle infrastrutture militari vicino ai nostri confini, volto al trasferimento operativo di forze e armamenti verso Est proseguono. Ulteriori fondi sono stanziati per lo sviluppo di un sistema di difesa missilistica, Droni e caccia di nuova generazione.

Allo stesso momento gli sforzi che i paesi della NATO, in primo luogo gli Stati Uniti, intraprendono su base bilaterale (interna alla NATO ndt) vengono tenuti nascosti. I piani in discussione per la localizzazione di una nuova grande base militare o unità militari nell'Europa orientale sono ovviamente contrari agli impegni assunti con l'Accordo NATO-Russia, che rimane uno dei pochi accordi volto a mantenere la stabilità in Europa.

Dopo la militarizzazione dell'Europa nord-orientale, in precedenza militarmente tranquilla, la NATO ha deciso di aumentare la sua presenza militare sul fianco del Mar Nero. Tutti le componenti sono rinforzate: aria, terra e mare. Il rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO afferma che questo è stato fatto "per assicurare il passaggio delle navi ucraine", spingendo cioè Kiev verso nuove provocazioni.

La linea del rafforzamento del potenziale militare di Tbilisi è stata confermata. L'indulgenza verso le aspirazioni militariste di Tbilisi nel 2008 ha già portato a conseguenze tragiche, la cui ripetizione non può essere ammessa. L'intensità e la portata delle esercitazioni sotto gli auspici della NATO e dei suoi paesi membri sono in crescita, il che prevede lo sviluppo di capacità per condurre non solo operazioni difensive ma anche offensive in tutti gli ambienti, incluso il cyberspazio.

Non possiamo che considerare queste misure come un altro passo verso la destabilizzazione della situazione, un tentativo di esercitare pressione (nei nostri confronti ndt). Tuttavia speriamo che la prudenza prevarrà e che i paesi della NATO si asterranno da azioni che potrebbero portare ad una pericolosa escalation di tensioni e al rischio di incidenti militari.

La prospettiva di scivolare verso una nuova corsa agli armamenti dovuta alla costante crescita della spesa per la difesa dei paesi membri della NATO è allarmante. In totale nel 2018 ammontava a circa 1 trilione di dollari USA, il che rappresenta oltre la metà delle spese globali per questi scopi, superando di oltre 20 volte il bilancio della difesa della Russia.

La decisione degli Stati Uniti di uscire dal trattato INF (Euromissili ndt), decisione che è stata sostenuta ciecamente dai paesi membri della NATO nel quadro della disciplina del blocco, destabilizza significativamente la situazione della sicurezza. Le nostre proposte, senza precedenti nella loro trasparenza, in questa materia sono state ignorate.

Queste è la realtà di oggi.

Il 70° anniversario è una buona ragione per valutare il ruolo della NATO nel garantire la sicurezza in Europa. Per alcuni sembra essere "l'alleanza di maggior successo nella storia". Dal punto di vista del suo contributo a garantire il dominio militare-politico degli Stati Uniti in Europa e nell'Euro-Atlantico questo è fuori dubbio.

Tuttavia è anche indiscutibile che, a causa del tasso di natocentricità, le possibilità di creare un sistema veramente integrale e democratico di sicurezza indivisibile, senza linee di divisione e zone di influenza sono andate perse.

Il desiderio dell'alleanza di rimanere per conto proprio senza riguardo alcuno per gli altri membri della comunità internazionale e spesso senza osservare le norme e i principi del diritto internazionale, usando la forza degli armamenti al di là del quadro di difesa collettiva, ha portato a risultati disastrosi.

Jugoslavia, Afghanistan, Libia - le operazioni dell'alleanza che hanno portato il caos e la devastazione, sono state accompagnate da numerose vittime civili. Queste azioni hanno inferto un duro colpo alle basi del diritto internazionale. Il tentativo di sostituirlo con una "procedura basata su regole" è al centro dell'attuale crisi della sicurezza europea.

70 anni è l'età in cui la saggezza deve prevalere sulle ambizioni e le fobie. È tempo che gli Stati membri della NATO smettano di far risorgere la "minaccia proveniente da Est". Il mondo ha bisogno di un allentamento delle tensioni politico-militari nell'interesse della pace e della prosperità dei popoli di tutti i nostri paesi.





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