Il 4 aprile ricorre
il 70° anniversario della firma del Trattato Nord Atlantico sulla base del
quale è stata creata la NATO. In questa occasione, il 3-4 aprile, è stato
organizzato a Washington l'incontro "anniversario" del Consiglio
della NATO a livello di ministri degli esteri.
Come l'agenda
di questo evento e la natura delle decisioni del Consiglio della NATO mostrano,
il blocco Nord Atlantico non intende cessare l'intensificazione dello scontro
politico-militare con la Russia. Il compito chiave dell'alleanza, in generale,
non è cambiato dalla sua nascita nel 1949; serrare le fila degli alleati
all'insegna di scoraggiare le "minacce dall'est".
Nonostante il
fatto che la NATO dichiari ufficialmente la disponibilità al dialogo con la
Russia, non sono percepibili passi concreti. In atto lo stesso linguaggio di
ultimatum e mancanza di disponibilità per affrontare essenzialmente i problemi
chiave della sicurezza europea in forma di una conversazione significativa
incentrata sui risultati. La Russia rimane aperta alla cooperazione per
allentare le tensioni, ripristinare la fiducia, evitare fraintendimenti
reciproci e ridurre i rischi di incidenti pericolosi. Tuttavia, da lato suo, la
NATO non vede iniziative costruttive a questo riguardo. I canali del dialogo militare rimangono ancora chiusi.
L'incremento delle
capacità della coalizione dell'alleanza e l'ulteriore potenziamento delle infrastrutture
militari vicino ai nostri confini, volto al trasferimento operativo di forze e
armamenti verso Est proseguono. Ulteriori fondi sono stanziati per lo sviluppo
di un sistema di difesa missilistica, Droni e caccia di nuova generazione.
Allo stesso momento
gli sforzi che i paesi della NATO, in primo luogo gli Stati Uniti,
intraprendono su base bilaterale (interna alla NATO ndt) vengono tenuti nascosti.
I piani in discussione per la localizzazione di una nuova grande base militare
o unità militari nell'Europa orientale sono ovviamente contrari agli impegni
assunti con l'Accordo NATO-Russia, che rimane uno dei pochi accordi volto a
mantenere la stabilità in Europa.
Dopo la
militarizzazione dell'Europa nord-orientale, in precedenza militarmente tranquilla,
la NATO ha deciso di aumentare la sua presenza militare sul fianco del Mar
Nero. Tutti le componenti sono rinforzate: aria, terra e mare. Il
rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO afferma che questo è
stato fatto "per assicurare il passaggio delle navi ucraine",
spingendo cioè Kiev verso nuove provocazioni.
La linea del
rafforzamento del potenziale militare di Tbilisi è stata confermata.
L'indulgenza verso le aspirazioni militariste di Tbilisi nel 2008 ha già
portato a conseguenze tragiche, la cui ripetizione non può essere ammessa.
L'intensità e la portata delle esercitazioni sotto gli auspici della NATO e dei
suoi paesi membri sono in crescita, il che prevede lo sviluppo di capacità per
condurre non solo operazioni difensive ma anche offensive in tutti gli
ambienti, incluso il cyberspazio.
Non possiamo che
considerare queste misure come un altro passo verso la destabilizzazione della
situazione, un tentativo di esercitare pressione (nei nostri confronti ndt). Tuttavia
speriamo che la prudenza prevarrà e che i paesi della NATO si asterranno da
azioni che potrebbero portare ad una pericolosa escalation di tensioni e al
rischio di incidenti militari.
La prospettiva
di scivolare verso una nuova corsa agli armamenti dovuta alla costante crescita
della spesa per la difesa dei paesi membri della NATO è allarmante. In totale
nel 2018 ammontava a circa 1 trilione di dollari USA, il che rappresenta oltre
la metà delle spese globali per questi scopi, superando di oltre 20 volte il
bilancio della difesa della Russia.
La decisione
degli Stati Uniti di uscire dal trattato INF (Euromissili ndt), decisione che è
stata sostenuta ciecamente dai paesi membri della NATO nel quadro della
disciplina del blocco, destabilizza significativamente la situazione della
sicurezza. Le nostre proposte, senza precedenti nella loro trasparenza, in
questa materia sono state ignorate.
Queste è la
realtà di oggi.
Il 70°
anniversario è una buona ragione per valutare il ruolo della NATO nel garantire
la sicurezza in Europa. Per alcuni sembra essere "l'alleanza di maggior
successo nella storia". Dal punto di vista del suo contributo a garantire
il dominio militare-politico degli Stati Uniti in Europa e nell'Euro-Atlantico
questo è fuori dubbio.
Tuttavia è
anche indiscutibile che, a causa del tasso di natocentricità, le possibilità di
creare un sistema veramente integrale e democratico di sicurezza indivisibile,
senza linee di divisione e zone di influenza sono andate perse.
Il desiderio
dell'alleanza di rimanere per conto proprio senza riguardo alcuno per gli altri
membri della comunità internazionale e spesso senza osservare le norme e i
principi del diritto internazionale, usando la forza degli armamenti al di là
del quadro di difesa collettiva, ha portato a risultati disastrosi.
Jugoslavia,
Afghanistan, Libia - le operazioni dell'alleanza che hanno portato il caos e la
devastazione, sono state accompagnate da numerose vittime civili. Queste azioni
hanno inferto un duro colpo alle basi del diritto internazionale. Il tentativo
di sostituirlo con una "procedura basata su regole" è al centro
dell'attuale crisi della sicurezza europea.
70 anni è
l'età in cui la saggezza deve prevalere sulle ambizioni e le fobie. È tempo che
gli Stati membri della NATO smettano di far risorgere la "minaccia
proveniente da Est". Il mondo ha bisogno di un allentamento delle tensioni
politico-militari nell'interesse della pace e della prosperità dei popoli di
tutti i nostri paesi.
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