martedì 28 maggio 2019

Esclusiva ASI - Intervista con l'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia S.E. Sergej Razov




Domanda 1. Nonostante le previsioni di alcuni analisti, l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca non ha, fino ad oggi, favorito la distensione nelle relazioni russo-americane. Al netto dei risultati delle elezioni in Ucraina e UE, Lei ritiene che ci siano speranze di tornare al dialogo con Washington e Bruxelles?
In effetti, in un modo o in un altro, il dialogo è andato avanti. Un altro discorso è quello del livello, che ora è diverso, non ha la stessa intensità ed efficacia. La Ue, scommettendo con poca lungimiranza sul collasso della cooperazione e l'adozione delle sanzioni antirusse, ha inferto un duro colpo alla nostra interazione.
Sono stati sospesi i negoziati per un nuovo accordo di base e l'associazione dei processi di integrazione in ambito UE-UEE, (Unione Europea-Unione Economica Eurasiatica), dal 2014 sono congelati i contatti ad alto livello UE-Russia.
Per quanto riguarda gli USA, l’intenzione dichiarata di Washington di uscire dal trattato sui missili a breve e medio raggio (INF) non è che il prolungamento di una pericolosa linea politica di rottura di quella base giuridico-negoziale che per decenni ha garantito la stabilità globale e la sicurezza internazionale.
La Russia è disponibile a un dialogo paritario basato sul reciproco rispetto e non sulla costrizione ad adottare soluzioni vantaggiose per l'Occidente. Noi confidiamo che, in ultima analisi, il buon senso politico trionferà su entrambe le sponde dell'Atlantico e con sforzi congiunti potremo favorire la regolazione di molte crisi regionali con metodi politico-diplomatici.
Proprio questa linea politica è stata confermata dal presidente V.V. Putin e dal Ministro degli Esteri S.V. Lavrov nel corso del recente incontro a Soci con il segretario di stato USA M. Pompeo.

Domanda 2. Fra poco si terranno le elezioni all'Europarlamento. Oltre al ritiro delle sanzioni, che in molti casi risultano più dannose per i Paesi UE che per la Russia, che cosa, secondo Lei, potrebbe fare l'Europa per sostenere e potenziare i rapporti tra Mosca e Bruxelles?
Russia e UE sono partner naturali. La nostra collaborazione ha enormi potenzialità di sviluppo. Insieme contiamo più di 650 milioni di abitanti che popolano un territorio di più di 21 milioni di chilometri quadrati, disponiamo di enormi risorse naturali, una base tecnologica evoluta e vantaggi economici complementari.
Contiamo che nell'europarlamento di nuova composizione, invece della retorica sanzionatoria ormai consolidata nel lessico di singoli politici europei, risuoneranno appelli al dialogo e alla costruzione del partenariato parlamentare. Ciò consentirà di abbandonare l'insensata contrapposizione che ha significato perdite multimiliardarie per le imprese europee e perdite nel mercato russo.

Domanda 3. Nonostante le critiche e le tensioni internazionali, la Russia resta un attore chiave nell'arena mondiale, come dimostrato negli ultimi anni in particolare dal ruolo decisivo svolto nella soluzione della crisi siriana. Riuscirà il presidente Vladimir Putin ad avere un ruolo di intermediazione anche nella situazione venezuelana?
Nessuno ci ha chiesto di svolgere questo ruolo di intermediazione. La posizione russa è ben nota. L'imposizione delle condizioni di una delle parti del contrasto politico interno non favorisce la pacificazione nazionale. La ricerca di un compromesso è possibile solo con un percorso pacifico, attraverso un dialogo inclusivo tra le forze politiche coinvolte.
È inoltre importante che gli attori esterni smettano di destabilizzare la situazione, superino il proprio egocentrismo e le proprie ambizioni e prestino al popolo venezuelano la collaborazione necessaria per risolvere la situazione socio-economica e umanitaria creatasi nel paese.

Domanda 4. La Russia è spesso accusata di intromissione nelle elezioni di Paesi terzi al fine di favorire il successo di quelle formazioni politiche che mostrano aperture nei confronti di Mosca. A cosa si deve questa diffusa "russofobia"?
Io penso che sia legata soprattutto alla posizione autonoma e indipendente assunta dalla Russia su numerose questioni. Per qualcuno «la mano di Mosca» spunterebbe letteralmente ovunque. Tuttavia nessun tentativo di accusare il nostro Paese di interferenza nella politica interna di altri Stati è mai stato supportato da prove convincenti.
Alla società e ai mass media viene chiesto di credere sulla parola a queste infondate affermazioni.
Come palesemente dimostrato dall'andamento della cosiddetta inchiesta condotta dal procuratore speciale R. Muller negli USA. Sono stati necessari due anni e più di 500 testimoni per giungere alla conclusione che la Russia «non ha aiutato» D. Trump a diventare presidente. Ma il segno è rimasto, come si dice, e la russofobia sostenuta da certi ambienti continua a impazzare.
Prendiamo atto con soddisfazione che vi sono forze politiche ragionevoli, anche in Italia, che comprendono l'assurdità di tali contraddittorie dichiarazioni e non sono disposte a rischiare le relazioni tradizionalmente amichevoli con la Russia per pura convenienza politica.

Domanda 5. Negli ultimi due anni in Russia si registra un grande afflusso di turisti non solo grazie alla debolezza del rublo, ma anche alla migliore qualità dei servizi e dell'infrastruttura. Il campionato del mondo di calcio dello scorso anno ha indubbiamente contribuito a creare nel resto del mondo una nuova immagine della Russia, mettendone in luce l’atteggiamento amichevole, poco noto in precedenza, nei confronti dei turisti, la capacità organizzativa e l’ospitalità. Come cambia il settore turistico in Russia?
In base alle statistiche, il contributo dato al PIL russo dal turismo è pari a circa l’1,2% cioè 20 miliardi di dollari in cifra assoluta. Nel complesso questo settore occupa circa il 4% della popolazione russa. Nel 2018 il flusso turistico in Russia è cresciuto del 10% raggiungendo 26,8 milioni di persone, delle quali più di 700.000 sono quelle che hanno fatto ingresso nel nostro paese con il passaporto del tifoso per il campionato mondiale di calcio.
Secondo le previsioni dell'Associazione dei tour operator della Russia, quest’anno la crescita del flusso turistico può essere da record, superando il 20%. Il nostro paese è visitato soprattutto da cittadini di Germania, Cina, e Finlandia, osserviamo una crescita intensa di cittadini provenienti da India e Iran. I tour operator russi registrano in Italia un incremento della domanda di tour in Russia.
È interessante notare che, rispetto all’ammontare totale delle spese per turismo in Russia, quelle dei nostri connazionali costituiscono il 75%, quelle degli stranieri il 25%. E dunque lo sviluppo del turismo incoming è un indirizzo particolarmente promettente.

Domanda 6. Come possiamo definire gli attuali rapporti politici ed economico-commerciali tra i nostri Paesi, in quali settori gli imprenditori italiani potrebbero investire con un vantaggio per sé stessi e per la Russia?
Senza dubbio le crescenti sanzioni antirusse hanno arrecato un serio danno alle nostre relazioni con i paesi della UE. L’Italia, attenendosi alla disciplina di blocco all’interno di NATO e UE, è stata costretta a impostare la propria politica verso la Russia in conformità con la linea politica euro-atlantica ed europea.
Parallelamente, alla luce della mia esperienza sono convinto che gli interessi cruciali dei nostri due paesi coincidano in molti punti, siano paralleli o consonanti. La plurisecolare amicizia e la reciproca simpatia tra i nostri popoli, le potenzialità di collaborazione reciprocamente vantaggiosa, accumulate negli anni, e l’esperienza di cooperazione costruttiva in molti settori, costituiscono una sorta di rete di sicurezza che impedisce di superare il punto di non ritorno nelle relazioni tra i due stati. Relazioni che si sviluppano costantemente e con un certo dinamismo anche nelle attuali condizioni non particolarmente agevoli.
Il dialogo politico prosegue attivamente. Nell’ottobre dell’anno scorso si è tenuta la visita ufficiale in Russia del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano G. Conte. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 sono stati a Mosca in visita ufficiale i presidenti della Camera e del Senato italiani M.E. Casellati e R. Fico.
L’Italia ha ricevuto la visita del capo del Governo russo e di alcuni ministri federali tra i quali il ministro degli affari esteri. Si è svolta la seduta ordinaria del Consiglio italo-russo per la cooperazione economica, industriale e finanziaria a livello ministeriale. Rimangono intensi i contatti in ambito parlamentare e giudiziario e a livello regionale. È evidente che questi incontri e contatti ad alto livello sono significativi non solo in quanto tali, ma anche per l’impulso che danno al rafforzamento delle relazioni in diversi settori e indirizzi di collaborazione.
Insieme ai colleghi italiani stiamo lavorando alla preparazione della visita in Italia del Presidente della Federazione Russa V.V. Putin nell'estate di quest'anno.
L’Italia rimane uno dei principali partner economico-commerciali, è infatti il quinto sbocco commerciale della Russia e il terzo tra i paesi dell’Unione Europea. Le relazioni economico-commerciali italo-russe, dopo il calo sostanziale registrato tra il 2014 e il 2016, hanno ripreso a crescere. Per il secondo anno di seguito osserviamo una ripresa dell’interscambio commerciale. In base ai dati dell’Ente doganale Russo, nel 2018 l’interscambio commerciale è cresciuto rispetto all’anno precedente del 12,7% raggiungendo i 27 miliardi di dollari USA (le esportazioni russe sono cresciute del 18,6% fino a 16,4 miliardi mentre le importazioni sono aumentate del 4,7% raggiungendo i 10,5 miliardi di dollari).
Oggi i settori in cui la collaborazione con l’Italia è più attiva sono l’energia, l’industria estrattiva, le costruzioni meccaniche, l’industria delle macchine utensili, l’industria aeronautica e l’agricoltura. Tra i maggiori investitori italiani in Russia dobbiamo ricordare il gruppo “Enel”, le società “Leonardo”, “Pirelli”, “IVECO” “Danieli” “Marcegaglia” “Cremonini” “Ferrero” “Coeclerici”, “Maire Tecnimont”, «Unicredit», «Intesa SanPaolo», «ANAS», «Pizzarotti».
L’Italia è uno dei paesi leader da cui possono essere trasferite le tecnologie necessarie all’ammodernamento dell’industria russa. La Russia per parte sua esporta molte materie prime. Questo è un problema e al contempo un'opportunità di crescita. Per esempio il settore della lavorazione del legname offre grandi prospettive. Questo vale anche per il greggio e il gas naturale, si stanno attivamente sviluppando la petrolchimica e la chimica del gas, la produzione e l'introduzione del carburante per motori a gas. Sono inoltre molto richieste le moderne tecnologie per la componentistica per auto, le energie rinnovabili, l'elettrotecnica e il complesso agro-industriale.

Domanda 7. L'Italia e la Russia hanno una tradizione culturale per molti aspetti simile. Mi viene in mente per esempio il concetto di Mosca come terza Roma. Qual è l'idea che i russi si sono fatti dell'Italia? Secondo Lei è un’idea realistica?
L'Italia è percepita dai russi come Paese aperto e cordiale, con una grande storia e grandi tradizioni. Solo l'anno scorso l'Italia è stata visitata da circa un milione di turisti provenienti dalla Russia.
Sottolineo che i contatti culturali tra i nostri paesi sono stati oltremodo intensi. Io penso che questa reciproca attrazione si possa spiegare essenzialmente con la vicinanza della mentalità dei nostri popoli, per i quali l’ospitalità, la disponibilità all’aiuto reciproco, il rispetto per le tradizioni e per i valori della famiglia sono tratti connaturati.
Oggi questi legami si rafforzano. In Russia si svolgono con successo i festival della cultura e della lingua italiane, in Italia il pubblico altrettanto volentieri partecipa a iniziative legate alla cultura e all'arte russe. Porterò l'esempio delle «Stagioni russe»: l'anno scorso si sono tenute più di 300 eventi in 74 città italiane che, secondo le nostre valutazioni, hanno coinvolto alcuni milioni di italiani.

http://www.agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/45335-auspichiamo-nuovo-europarlamento-superi-dannosa-log




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