domenica 7 giugno 2020

SUI DIRITTI UMANI NEGLI USA




Intervento di A.K. Lukashevich, Rappresentante permanente della Federazione Russa presso l'OSCE, nella riunione online del Consiglio permanente dell'OSCE sulla violenza della polizia e le sue gravi conseguenze per la situazione dei diritti umani negli Stati Uniti,
Vienna, 4 giugno 2020


Egregio Signor Presidente,
"La scorsa settimana, il 5 febbraio, a Los Angeles un vice sceriffo ha sparato e ucciso il sedicenne Anthony Weber". Con questa frase iniziava il nostro discorso al Consiglio permanente del 15 febbraio 2018 dedicato al problema del razzismo e della violenza della polizia negli Stati Uniti. Purtroppo oggi siamo costretti a tornare su questo argomento e sui relativi problemi.
Stiamo parlando di una situazione di emergenza in questo paese dopo l'omicidio della polizia il 25 maggio a Minneapolis di un afroamericano, George Floyd.
Mi permetta di ricordarLe che è stato strangolato in un modo selvaggio a seguito di un arresto, di fronte a molti passanti. Secondo i media americani le proteste di massa, che riflettono l'indignazione pubblica per le azioni criminali delle forze dell'ordine, hanno coinvolto oltre 200 città in vari stati, tra cui New York, la Georgia, California, Virginia, Minnesota, Texas ed altri. In più di 40 città, tra cui la capitale Washington, è stato imposto il coprifuoco, la Guardia nazionale è stata mobilitata, migliaia di persone sono state arrestate e vi sono state vittime, principalmente tra gli afroamericani. A livello federale si è promesso di portare l’esercito nelle città se i disordini non si fossero fermavati. Il canale televisivo della CNN, che una volta il presidente D. Trump ha descritto come “fake news” ha definito queste promesse "minacce". In questo contesto gli osservatori locali tracciano parallelismi con le proteste di massa negli Stati Uniti nel 1968, risultanti dall'assassinio del leader dei diritti civili neri Martin Luther King.
Abbiamo sempre sottolineato che qualsiasi manifestazione di protesta deve essere pacifica e abbiamo sempre severamente condannato la violenza da parte dei partecipanti a tali manifestazioni. Allo stesso tempo, in questo caso, notiamo con preoccupazione che insieme a ladri e teppisti, le forze dell'ordine americane disperdono dimostrazioni pacifiche su istigazione delle autorità, mentre usano in modo ingiustificato la forza contro i manifestanti ed i giornalisti che sulla scena lavorano per i loro reportage. Il Ministero degli Esteri russo ha già dato la sua valutazione delle azioni della polizia, che ha usato proiettili di gomma e gas lacrimogeni contro i media. Ripetiamo che consideriamo come manifestazione di irragionevole crudeltà spruzzare deliberatamente di spray al peperoncino, da parte degli agenti di polizia di Minneapolis, il corrispondente della RIA Novosti Michail Turgiev e sparare contro il produttore dell'agenzia Sputnik N. Rousser proiettili di gomma, nonostante fossero chiaramente identificati come giornalisti.
A partire dal 1° giugno le organizzazioni locali per i diritti umani hanno registrato circa 100 (e secondo alcuni rapporti - almeno 200) attacchi ai giornalisti in dozzine di città nel paese partendo dal 28 maggio. Ricordiamo alle autorità statunitensi i loro obblighi internazionali di garantire la sicurezza e le attività senza ostacoli dei giornalisti, nonché la libertà di espressione e la parità di accesso alle informazioni per tutti. Il rappresentante dell'OSCE sulla libertà dei media, A. Desir, ha sottolineato la stessa cosa, il 1° giugno ha espresso serie preoccupazioni per l' "ondata di violenza" in questo paese contro la stampa.
Partiamo dal fatto che i colpevoli subiranno la meritata punizione. L'incidente è stato un altro triste esempio in una serie di manifestazioni di illegalità e violenza ingiustificata da parte delle "forze dell'ordine" negli Stati Uniti. Non vediamo seri progressi nella risoluzione di problemi sistemici accumulati, tra cui gravi violazioni dei diritti umani, discriminazione su base razziale, etnica e religiosa, arbitrarietà della polizia, pregiudizio della giustizia, sovraffollamento delle carceri, uso incontrollato delle armi da fuoco e "mezzi di autodifesa" da parte di privati ​​e molti altri. La preoccupazione per la disuguaglianza strutturale ed il razzismo in questo paese e la necessità di sradicarlo sono state sottolineate il 30 maggio dal direttore dell'Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani, I. Gisladottir.
L'uso eccessivo della forza da parte della polizia americana è un indicatore allarmante, che evidenzia i fallimenti sistemici nel garantire i diritti costituzionali dei cittadini americani. Le accuse alla polizia di razzismo e di uso eccessivo della forza sono regolarmente dichiarate dai media locali e stranieri. Come sapete nella maggior parte dei casi sono gli afroamericani, come George Floyd, a essere presi di mira dalle forze dell'ordine negli Stati Uniti. Allo stesso tempo nelle statistiche ufficiali le violazioni, inclusi gli omicidi, commesse da agenti delle forze dell'ordine nel compimento del loro dovere, a livello nazionale non sono di proposito prese in considerazione.
Secondo il sito web sui diritti umani KilledbyPolice.net, nel 2015 994 persone sono state uccise dalla polizia negli Stati Uniti, 962 nel 2016, 986 nel 2017, 992 nel 2018, 1004 nel 2019 e circa 400 nei primi cinque mesi di quest'anno.
Gli attivisti per i diritti umani affermano che la violenza della polizia e l'impunità dei suoi agenti sono aggravate dal pregiudizio contro i membri delle minoranze razziali ed etniche. Secondo la risorsa MappingPoliceViolence.org con una popolazione nera degli Stati Uniti di circa il 13% del numero totale di cittadini, nel 2019 sono stati il 24% le vittime degli spari delle forze dell'ordine. Si stima che gli afroamericani abbiano una probabilità tre volte maggiore di essere uccisi dalla polizia. L'impunità per le sparatorie da parte della polizia è dimostrata anche dal fatto che i procedimenti penali contro le forze di sicurezza sono aperti solo nell'1-2% dei casi.
Per non parlare della discriminazione degli afroamericani in campo sociale ed economico. Non è un segreto che a causa delle "tradizioni" che si sono sviluppate negli Stati Uniti, la popolazione dalla pelle scura rientra nel gruppo dei molti milioni di persone emarginate che non sono in grado di condurre una vita dignitosa, non hanno un reddito che consenta loro non solo di sopravvivere, ma anche di sostenere le loro famiglie, ricevere una buona istruzione e un'adeguata assistenza medica. Il numero di disoccupati nel paese ha raggiunto quasi 40 milioni. E' questa a shining city on a hill?
L'attuale crisi ha rivelato ancora una volta questi ed altri vizi della società americana. Ma l'establishment ha preferito o tacere per il "politicamente corretto" o spostare, per calcolo, i propri errori su gli altri inclusa la macchinazione di alcuni responsabili "malvagi esterni". Tutto ciò nega le affermazioni di Washington sulla leadership morale e sul mentoring nella sfera dei diritti umani. Dovresti concentrarti sui tuoi problemi.
Tutto ciò vanifica la pretesa di Washington di leadership morale e mentoring nella sfera dei diritti umani. Dovrebbe concentrarti sui suoi problemi.
In conclusione vorrei ricordare che nel 1990 a Copenaghen gli Stati partecipanti hanno concordato che “tutte le persone sono uguali davanti alla legge ed hanno diritto, senza alcuna discriminazione, alla pari protezione da parte della legge. A questo proposito la legge deve proibire qualsiasi discriminazione e garantire a tutte le persone una protezione equa ed efficace contro la discriminazione per qualsiasi motivo".(All persons are equal before the law and are entitled without any discrimination to the equal protection of the law. In this respect, the law will prohibit any discrimination and guarantee to all persons equal and effective protection against discrimination on any ground).Nel 2003, a Maastricht, i paesi dell'OSCE hanno confermato che "le pratiche relative alla discriminazione e all'intolleranza minacciano la sicurezza delle persone e possono provocare conflitti e violenza su vasta scala”. (Practices related to discrimination and intolerance both threaten the security of individuals and may give rise to wider-scale conflict and violence).
In relazione a questo sollecitiamo nuovamente le autorità statunitensi ad affrontare seriamente la situazione estremamente difficile in questo ambito ed a ritornare ad adempiere coscienziosamente agli obblighi internazionali. Partiamo dal presupposto che le autorità competenti degli Stati Uniti condurranno un'indagine approfondita sugli incidenti e che le strutture specializzate dell'OSCE, tra cui ODIHR, il Rappresentante per la libertà dei media e l’Alto Commissario per le minoranze nazionali, e personalmente  i rappresentanti della tolleranza sapranno mantenere la situazione al centro della loro attenzione. Oltre a ciò sarebe utile a Washington chiedere aiuto agli esperti per fare rispettare i diritti umani negli Stati Uniti. Il popolo americano merita di respirare liberamente, senza un poliziotto che metta "un ginocchio sulla gola".
Vi ringrazio dell’attenzione.



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