Intervento di A.K.
Lukashevich, Rappresentante permanente della Federazione Russa presso l'OSCE,
nella riunione online del Consiglio permanente dell'OSCE sulla violenza della
polizia e le sue gravi conseguenze per la situazione dei diritti umani negli Stati
Uniti,
Vienna, 4 giugno 2020
Egregio Signor Presidente,
"La
scorsa settimana, il 5 febbraio, a Los Angeles un vice sceriffo ha sparato e
ucciso il sedicenne Anthony Weber". Con questa frase iniziava il nostro
discorso al Consiglio permanente del 15 febbraio 2018 dedicato al problema del
razzismo e della violenza della polizia negli Stati Uniti. Purtroppo oggi siamo
costretti a tornare su questo argomento e sui relativi problemi.
Stiamo
parlando di una situazione di emergenza in questo paese dopo l'omicidio della
polizia il 25 maggio a Minneapolis di un afroamericano, George Floyd.
Mi
permetta di ricordarLe che è stato strangolato in un modo selvaggio a seguito
di un arresto, di fronte a molti passanti. Secondo i media americani le
proteste di massa, che riflettono l'indignazione pubblica per le azioni
criminali delle forze dell'ordine, hanno coinvolto oltre 200 città in vari
stati, tra cui New York, la Georgia, California, Virginia, Minnesota, Texas ed
altri. In più di 40 città, tra cui la capitale Washington, è stato imposto il
coprifuoco, la Guardia nazionale è stata mobilitata, migliaia di persone sono
state arrestate e vi sono state vittime, principalmente tra gli afroamericani.
A livello federale si è promesso di portare l’esercito nelle città se i disordini
non si fossero fermavati. Il canale televisivo della CNN, che una volta il
presidente D. Trump ha descritto come “fake news” ha definito queste promesse
"minacce". In questo contesto gli osservatori locali tracciano
parallelismi con le proteste di massa negli Stati Uniti nel 1968, risultanti
dall'assassinio del leader dei diritti civili neri Martin Luther King.
Abbiamo
sempre sottolineato che qualsiasi manifestazione di protesta deve essere
pacifica e abbiamo sempre severamente condannato la violenza da parte dei
partecipanti a tali manifestazioni. Allo stesso tempo, in questo caso, notiamo
con preoccupazione che insieme a ladri e teppisti, le forze dell'ordine
americane disperdono dimostrazioni pacifiche su istigazione delle autorità,
mentre usano in modo ingiustificato la forza contro i manifestanti ed i
giornalisti che sulla scena lavorano per i loro reportage. Il Ministero degli
Esteri russo ha già dato la sua valutazione delle azioni della polizia, che ha
usato proiettili di gomma e gas lacrimogeni contro i media. Ripetiamo che
consideriamo come manifestazione di irragionevole crudeltà spruzzare
deliberatamente di spray al peperoncino, da parte degli agenti di polizia di
Minneapolis, il corrispondente della RIA Novosti Michail Turgiev e sparare contro
il produttore dell'agenzia Sputnik N. Rousser proiettili di gomma, nonostante fossero
chiaramente identificati come giornalisti.
A
partire dal 1° giugno le organizzazioni locali per i diritti umani hanno
registrato circa 100 (e secondo alcuni rapporti - almeno 200) attacchi ai
giornalisti in dozzine di città nel paese partendo dal 28 maggio. Ricordiamo
alle autorità statunitensi i loro obblighi internazionali di garantire la
sicurezza e le attività senza ostacoli dei giornalisti, nonché la libertà di espressione
e la parità di accesso alle informazioni per tutti. Il rappresentante dell'OSCE
sulla libertà dei media, A. Desir, ha sottolineato la stessa cosa, il 1° giugno
ha espresso serie preoccupazioni per l' "ondata di violenza" in
questo paese contro la stampa.
Partiamo
dal fatto che i colpevoli subiranno la meritata punizione. L'incidente è stato
un altro triste esempio in una serie di manifestazioni di illegalità e violenza
ingiustificata da parte delle "forze dell'ordine" negli Stati Uniti.
Non vediamo seri progressi nella risoluzione di problemi sistemici accumulati,
tra cui gravi violazioni dei diritti umani, discriminazione su base razziale,
etnica e religiosa, arbitrarietà della polizia, pregiudizio della giustizia,
sovraffollamento delle carceri, uso incontrollato delle armi da fuoco e
"mezzi di autodifesa" da parte di privati e molti altri. La
preoccupazione per la disuguaglianza strutturale ed il razzismo in questo paese
e la necessità di sradicarlo sono state sottolineate il 30 maggio dal direttore
dell'Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani, I.
Gisladottir.
L'uso
eccessivo della forza da parte della polizia americana è un indicatore
allarmante, che evidenzia i fallimenti sistemici nel garantire i diritti
costituzionali dei cittadini americani. Le accuse alla polizia di razzismo e di
uso eccessivo della forza sono regolarmente dichiarate dai media locali e
stranieri. Come sapete nella maggior parte dei casi sono gli afroamericani,
come George Floyd, a essere presi di mira dalle forze dell'ordine negli Stati
Uniti. Allo stesso tempo nelle statistiche ufficiali le violazioni, inclusi gli
omicidi, commesse da agenti delle forze dell'ordine nel compimento del loro
dovere, a livello nazionale non sono di proposito prese in considerazione.
Secondo
il sito web sui diritti umani KilledbyPolice.net, nel 2015 994 persone sono
state uccise dalla polizia negli Stati Uniti, 962 nel 2016, 986 nel 2017, 992
nel 2018, 1004 nel 2019 e circa 400 nei primi cinque mesi di quest'anno.
Gli attivisti per i diritti umani
affermano che la violenza della polizia e l'impunità dei suoi agenti sono
aggravate dal pregiudizio contro i membri delle minoranze razziali ed etniche.
Secondo la risorsa MappingPoliceViolence.org con una popolazione nera degli Stati
Uniti di circa il 13% del numero totale di cittadini, nel 2019 sono stati il
24% le vittime degli spari delle forze dell'ordine. Si stima che gli
afroamericani abbiano una probabilità tre volte maggiore di essere uccisi dalla
polizia. L'impunità per le sparatorie da parte della polizia è dimostrata anche
dal fatto che i procedimenti penali contro le forze di sicurezza sono aperti
solo nell'1-2% dei casi.
Per non parlare della
discriminazione degli afroamericani in campo sociale ed economico. Non è un segreto
che a causa delle "tradizioni" che si sono sviluppate negli Stati
Uniti, la popolazione dalla pelle scura rientra nel gruppo dei molti milioni di
persone emarginate che non sono in grado di condurre una vita dignitosa, non hanno
un reddito che consenta loro non solo di sopravvivere, ma anche di sostenere le
loro famiglie, ricevere una buona istruzione e un'adeguata assistenza medica.
Il numero di disoccupati nel paese ha raggiunto quasi 40 milioni. E' questa a
shining city on a hill?
L'attuale
crisi ha rivelato ancora una volta questi ed altri vizi della società
americana. Ma l'establishment ha preferito o tacere per il "politicamente
corretto" o spostare, per calcolo, i propri errori su gli altri inclusa la
macchinazione di alcuni responsabili "malvagi esterni". Tutto ciò
nega le affermazioni di Washington sulla leadership morale e sul mentoring
nella sfera dei diritti umani. Dovresti concentrarti sui tuoi problemi.
Tutto ciò vanifica la pretesa di
Washington di leadership morale e mentoring nella sfera dei diritti umani.
Dovrebbe concentrarti sui suoi problemi.
In
conclusione vorrei ricordare che nel 1990 a Copenaghen gli Stati partecipanti
hanno concordato che “tutte le persone sono uguali davanti alla legge ed hanno
diritto, senza alcuna discriminazione, alla pari protezione da parte della
legge. A questo proposito la legge deve proibire qualsiasi discriminazione e
garantire a tutte le persone una protezione equa ed efficace contro la
discriminazione per qualsiasi motivo".(All persons are equal before
the law and are entitled without any
discrimination to the equal protection of
the law. In this respect, the law will prohibit any discrimination
and guarantee to all persons equal and effective protection against
discrimination on any ground).Nel 2003, a Maastricht, i
paesi dell'OSCE hanno confermato che "le pratiche relative alla
discriminazione e all'intolleranza minacciano la sicurezza delle persone e
possono provocare conflitti e violenza su vasta scala”. (Practices related to discrimination and intolerance
both threaten the security of individuals and may give rise to wider-scale
conflict and violence).
In
relazione a questo sollecitiamo nuovamente le autorità statunitensi ad
affrontare seriamente la situazione estremamente difficile in questo ambito ed
a ritornare ad adempiere coscienziosamente agli obblighi internazionali. Partiamo
dal presupposto che le autorità competenti degli Stati Uniti condurranno
un'indagine approfondita sugli incidenti e che le strutture specializzate
dell'OSCE, tra cui ODIHR, il Rappresentante per la libertà dei media e l’Alto
Commissario per le minoranze nazionali, e personalmente i rappresentanti della tolleranza sapranno mantenere
la situazione al centro della loro attenzione. Oltre a ciò sarebe utile a
Washington chiedere aiuto agli esperti per fare rispettare i diritti umani
negli Stati Uniti. Il popolo americano merita di respirare liberamente, senza
un poliziotto che metta "un ginocchio sulla gola".
Vi ringrazio dell’attenzione.
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