mercoledì 28 settembre 2022

Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sui referendum nelle regioni di Doneck, Lugansk, Cherson e Zaporozhe


 

Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sui referendum nelle regioni di Doneck, Lugansk, Cherson e Zaporozhe

 

Nei giorni 23-27 settembre, le Repubbliche popolari di Doneck e Lugansk e le regioni di Cherson e Zaporozhe hanno tenuto i referendum sulla loro entrata come parte della Federazione Russa. I risultati della votazione sono stati pubblicizzati. La stragrande maggioranza degli elettori - il 99,23% nella DNR, il 98,42% nella LNR, il 93,11% nella regione di Zaporozhe e l'87,05% nella regione di Cherson - ha sostenuto l'idea dell'unificazione di queste regioni con la Russia. L'affluenza è stata del 97,5% nella DNR, del 92,6% nella LNR, dell'85,4% nell'oblast' di Zaporozhye e del 76,9% nell'oblast' di Cherson.

Nonostante le provocazioni del regime di Kiev, che ha dato l'ordine criminale di lanciare massicci attacchi di artiglieria contro i centri abitati e le strutture civili, la gente non ha avuto paura di andare alle urne ed esprimere la propria volontà. I risultati del plebiscito parlano chiaro: gli abitanti del Donbass, Cherson e Zaporozhe non vogliono tornare alla loro vita precedente e hanno fatto una scelta consapevole e libera a favore della Russia.

Essenzialmente non avevano alcuna alternativa. Non tutti in Ucraina hanno accettato e accolto il colpo di Stato di Kiev del febbraio 2014, che ha portato al potere forze nazionaliste radicali che hanno scatenato un bagno di sangue contro gli oppositori nel sud-est del Paese. Nemmeno la firma degli accordi di Minsk, approvati da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha salvato la situazione. L'Ucraina, come sostengono oggi cinicamente i suoi rappresentanti, non aveva intenzione di rispettarli fin dall'inizio, ma si stava preparando alla guerra. La popolazione del Donbass è stata sottoposta ad uno sterminio sistematico e cinico per otto anni. Il risultato logico della politica anti-popolare perseguita dal regime di Kiev è stata la decisione degli abitanti del Donbass, Cherson e Zaporozhe di chiedere protezione alla Russia.

I referendum si sono svolti nel pieno rispetto delle norme e dei principi del diritto internazionale. Il popolo del Donbass e dell'Ucraina meridionale ha esercitato il suo legittimo diritto all'autodeterminazione in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, gli Accordi internazionali sui diritti umani del 1966, l'Atto finale di Helsinki della CSCE del 1975 ed il parere della Corte internazionale di giustizia sul Kosovo del 22 luglio 2010, che ha affermato che la dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte di una parte di uno Stato non viola alcuna norma di diritto internazionale.

Anche gli osservatori internazionali provenienti da Italia, Germania, Venezuela, Lettonia e altri Paesi (per un totale di 133 persone) che hanno monitorato i referendum hanno riconosciuto come legittimi i risultati. Ringraziamo gli esperti stranieri, i blogger, i giornalisti ed i rappresentanti delle organizzazioni pubbliche per il loro coraggio, la loro onestà e la loro obiettività.

Nel prossimo futuro una fase cruciale della nostra azione congiunta per trasformare le aspirazioni dei residenti delle regioni DNR, LNR, Zaporozhe e Cherson di unirsi alla Russia.

 

 https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/1831658/

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