Domanda: Come commenterebbe la retorica antirussa contenuta nella tradizionale relazione sulla situazione nell'Unione europea presentata dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen al Parlamento europeo il 14 settembre di quest'anno?
Risposta: Dopo il citato discorso di Ursula von der Leyen si può trarre la conclusione che le cose non stanno andando bene nella UE. Il problema non sono solo le difficoltà economiche legate alla crescente crisi energetica, causata dal rifiuto di Bruxelles di avere una normale interazione con la Russia nella sfera energetica. Non solo inflazione e recessione record. Non nella crescente insoddisfazione per la situazione economica da parte dei cittadini comuni europei. Il problema principale risiede nelle politiche perseguite dalla leadership delle istituzioni europee. A quanto pare la von der Leyen avrebbe dovuto riconoscere i clamorosi errori commessi dalla Commissione europea da lei guidata e dalla UE nel suo complesso in campo economico, tra cui la guerra economica condotta contro la Russia, l'abbandono accelerato e sconsiderato delle fonti energetiche tradizionali e le misure economiche insensate degli Stati membri dell'UE con miliardi di euro a credito, che saranno pagati dalle future generazioni di europei (e già ora a pagarne le conseguenze sono i Paesi più poveri del mondo, che non possono far fronte all'aumento dei prezzi innescato dall'Occidente). E poi condurre un'analisi per capire come fare le cose per bene.
Tuttavia, il capo della Commissione europea ha scelto di andare nella direzione opposta decidendo di attribuire alla Russia tutti i fallimenti della leadership UE. Di conseguenza abbiamo assistito all'ennesimo atto di parodia politica con una serie di messaggi antirussi demagogici e ingannevoli.
W. von der Leyen si sta cimentando con tanto zelo nel ruolo di "leader di guerra" (la parola "guerra" è stata citata almeno 13 volte nel suo discorso) che ha chiaramente oltrepassato il proprio mandato, arrogandosi la prerogativa degli Stati membri di formulare le linee guida della politica estera della UE. È chiaro che la leadership di alcuni Stati dell'UE, che continuano a rifornire Kiev di armi, sostiene caldamente questa linea del capo della Commissione europea. Ma se sarà accettata dagli elettori europei, il cui benessere la von der Leyen è pronta a sacrificare senza ombra di dubbio agli interessi dei "burattinai" d'oltreoceano che la sostengono, è una questione aperta.
E la Commissione europea, come possiamo vedere, si sta preparando a rispondere. Invitando a lottare contro i "cavalli di Troia delle autocrazie" e i "vizi che stanno corrodendo le democrazie europee dall'interno". In altre parole, intensificando ulteriormente la censura, combattendo il dissenso, aumentando la segregazione palese contro i russi e i russofoni in Europa e altri elementi della "caccia alle streghe".
È deplorevole che, invece di preoccuparsi dello sviluppo interno dell'UE, la signora von der Leyen ed i membri della Commissione europea da lei diretti continuino a perseguire la strada della provocazione e dell'aumento della tensione nelle relazioni con i Paesi vicini. La dichiarazione del capo della Commissione europea, secondo cui la Russia ha scatenato una guerra contro l'economia, l'energia e i "valori" della UE, è un altro episodio della lotta per la leadership tra i politici europei che si sfidano a colpi di dichiarazioni bellicose sul nostro Paese.
Domanda: Qual è la situazione per quanto riguarda la ricezione di spiegazioni da parte dell'UE in merito alle recenti dichiarazioni dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Jorge Borrell sulla Russia?
Risposta: Non abbiamo ancora ricevuto spiegazioni precise dalla UE in merito alle scandalose dichiarazioni dell'Alto rappresentante della diplomazia europea J. Borrell sulla Russia del 5 settembre scorso. È chiaro che nessuno ha costretto l'Alto rappresentante dell'Unione europea a riprodurre sconsideratamente le tesi russofobe. Al contrario, questo caso potrebbe essere stato utilizzato da J. Borrell per indicare il suo atteggiamento nei confronti di tali dichiarazioni, nell'interesse di mantenere i contatti con la Russia in un ambiente politico difficile.
Sottolineiamo ancora una volta che qualsiasi tentativo di paragonare il nostro Paese, che ha subito enormi perdite durante la Seconda Guerra Mondiale, al fascismo non è solo inaccettabile e offensivo, ma anche blasfemo. Il nostro popolo ha pagato con la vita di milioni di persone la liberazione dell'Europa e del mondo intero dalla "peste bruna". E la UE non può non saperlo.
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