30 ottobre 1968
- Al Presidente del Consiglio per gli Affari Religiosi presso il Consiglio dei Ministri dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Kuroedov Vladimir Alekseevìc (*)
(…) Fra i semplici cattolici, nonostante i cinque anni trascorsi dal giorno della morte di Giovanni XXIII, sono ancora vivi la memoria e l'amore verso di lui. Papa Paolo VI viene considerato lontano dal popolo, un aristocratico, un diplomatico, e per questo uno che non gode delle simpatie e dell'amore del popolo semplice.
Ci sono voci di un possibile ritiro di Paolo VI, sebbene venga affermata l 'opinione dell’impossibilità di tale atto da un punto di vista religioso. Pino a poco tempo fa come successore si faceva il nome del cardinale Suenens (Belgio) ma adesso questa candidatura non viene nominata.
Si riscontra una certa tendenza a che il nuovo papa non debba essere italiano, poiché gli italiani sono troppo legati alla politica locale, mentre un papa straniero sarebbe politicamente più indipendente.
La riorganizzazione della Curia, che aveva iniziato a realizzarsi, si è quasi interrotta. E quello, che si fa in tale direzione, viene considerato come assolutamente insignificante, dal momento che viene realizzato più per acquietare la corrente progressista nella Chiesa cattolica che per cambiare radicalmente politica.
Il Vaticano negli ultimi tempi, secondo la testimonianza ai persone che ne seguono la politica, assume nei problemi di politica internazionale una posizione più realistica. Il papa ha fatto qualche dichiarazione riguardo agli avvenimenti in Cecoslovacchia, Ma essa è passata in qualche modo inosservata, senza commenti.
Durante l'estate di quest'anno Paolo VI ha mostrato con diversi atti sostegno ai popoli arabi nella loro lotta contro gli aggressori israeliani. Così, il 27 luglio il papa ha ricevuto l 'ex sindaco della parte araba di Gerusalemme, accompagnato dall'ambasciatore di Giordania. Con questo atto si è messo in rilievo che il Vaticano non riconosce l'annessione, compiuta da Israele. Nell'estate di quest'anno il papa ha dichiarato la necessità del ritorno ai legittimi confini nel Medio Oriente. La consegna delle reliquie dell'apostolo Marco alla cattedrale copta e la conversazione dell'inviato del papa, che accompagnava le reliquie al Cairo, con il presidente Nasser sono anche atti caratteristici della politica del Vaticano su questo versante.
Sul problema del Vietnam il Vaticano è interessato alla soluzione pacifica della questione e non ha intenzione, per quanto possibile giudicare su questo, di minare la propria autorità morale con la concessione di un appoggio diretto o indiretto all'aggressione degli Usa in Vietnam. In questo senso la morte del cardinale Spellman il quale era legato agli aggressori in Vietnam, è stata accolta con sollievo.
Tuttavia, anche se si manifesta una tendenza realistica nella politica del Vaticano e c'è un certo malcontento per le azioni e l'enciclica del papa, non si può pensare e parlare di una qualche debolezza del Vaticano. Sotto l'aspetto organizzativo è un monolite. Gli ordini cattolici, con la loro disciplina quasi militare, costituiscono il supporto del Vaticano alla realizzazione della sua politica.
I quadri del Vaticano e la loro preparazione si collocano a un livello molto alto.
I segretariati per l’unità dei cristiani e per il dialogo con i non credenti sono stati riorganizzati. _Nel personale dei segretariati è stata introdotta una serie di note personalità cattoliche. Willebrands ha proposto di condurre con il patriarcato di Mosca una nuova serie di discussioni su questi temi, analogamente a quella discussione, che si è svolta sui temi sociali a Leningrado l'estate di quest'anno.
Mi è capitato di essere al collegio Russicum e di visitare la biblioteca dell’Istituto orientale e di incontrarmi con alcune personalità di questi istituti, come Mailleusx rettore del Russicum, Stefano Virguilin, professore dell'Istituto orientale di propaganda della fede (nell'estate di quest'anno è venuto in Urss come turista ) Andreas Wetter, professore dell'Istituto orientale, insegna marxismo-leninismo seguace del neotomismo, Miguel Arranz-Lorezzo, ispettore dei Russicum, professore di liturgia all'Istituto orientale di propaganda della fede, losif Olsr dell'Istituto orientale, insegna la materia “patriarcato di Mosca”, Robert Tafl americano, scrive la tesi di dottorato all'Istituto orientale, discendente della famiglia Tafl, e altri.
Noi abbiamo partecipato alla cena al Russicum. Se mi è lecito esprimere apertamente le mie sensazioni su questi rapporti, che fino ad ora non mi hanno lasciato, esse sono simili a quelle che si provano trovandosi in un nido di serpenti, in compagnia di serpenti che sibilano, ma che non mordono. Il rettore del Russicum Paul Mailleuar, era molto cortese e, salutandomi, ha detto: “Ma noi conserviamo tutto per voi (riferendosi al Russicum) e verrà il tempo che consegneremo tutto a voi”. Tuttavia queste sono dichiarazioni esclusivamente declaratorie, lontane dalla vita
Il Russicum aspira a mostrare per mezzo dei rapporti con i rappresentanti del patriarcato di Mosca – tanto che nelle sue mira vivono preti studenti dell’Urss – che esso non è affatto un odiosa istituzione, ma quasi una futura rappresentanza del patriarcato di Mosca Sia il Russicum che l’Istituto orientale preparano quadri per un lavoro di profilo russo con precisi scopi sia politici che religiosi, questi ultimi anzi rappresentano piuttosto un paravento.
Colpisce la biblioteca sia del Russicum che, in modo particolare, dell’Istituto orientale. La raccolta tematica di questa biblioteca conserva una collezione unica di pubblicazioni periodiche. I nostri quotidiani Pravda ed Izvestija dal primo numero all’ultimo in rilegature; la raccolta integrale di tutti i decreti e le delibere del potere sovietico dal 1917; tutte le riviste, riguardanti i problemi della filosofia e del pensiero sociale e così via. Una raccolta integrale di riviste e quotidiani degli “innovatori” che anche da noi costituirebbe una rarità bibliografica, è presente interamente nella biblioteca dell’Istituto orientale. In questi due istituti si forgiano i quadri di qualificati spioni, che parlano benissimo il russo, che studiano tutte le sfumature della nostra vita.
Ogni mese viene pubblicato uno speciale bollettino, il quale riproduce sena commento tutte le annotazioni, uscite sulle riviste e sui quotidiani dell’Unione sovietica riguardanti la religione e la Chiesa. Al Russicum studia Avgustin Voghel, fotografo e specialista in registrazioni sonore; egli assieme al famigerato Kramer di Salisburgo è venuto ripetutamente in Urss per registrazioni di liturgie e fotografie di vita della Chiesa in Urss – e solo della Chiesa?
Svolge un’attività dietro le quinte anche l’arcivescovo cardinale Slipyi. Tutti gli uniati (ucraini) all’estero lo considerano la loro guida spirituale e il loro capo, sebbene formalmente non sia il loro capo. Malgrado ciò, a Roma è iniziata la costruzione di un grosso centro ucraino, Slipyi dirige la costruzione. Si costruisce vicino al centro amministrativo anche una cattedrale – una copia in miniatura di S. Sofija di Kiev. Essendo cittadino sovietico Slipyi cerca formalmente di non mostrare la sua partecipazione alla vita politica degli emigrati ucraini, sebbene i suoi viaggi riservati in Canada e in Usa con lo scopo di una visita alla diaspora ucraina abbiano in via di principio un velato carattere politico e si può supporre che non senza la sua partecipazione (sebbene celata) siano state fondate le nuove organizzazioni politiche degli emigrati ucraini. Nella lettera di Natale del cardinale Slipyi che, purtroppo, non mi è riuscito ottenere, traspare anche se velatamente, l’idea di una separazione dell’Ucraina e di un’indipendenza della Chiesa ucraina.
Trovandomi a Roma e in genere in Italia, io mi sono rigorosamente attenuto alle istruzioni datemi ed io per primo non sono entrato in alcun contatto con personalità cattoliche, attendendo il loro primo passo.
Primi passi sono stati compiuti da parte di rappresentanti della Chiesa cattolica durante tutto il nostro viaggio in Italia. A .Ravello, all'ultima riunione del Consiglio di presidenza hanno presenziato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il vescovo di Frosinone e il collaboratore del segretariato Thomas Stransky, e da parte loro è iniziato un sondaggio riguardo ai nostri piani.
Il 19 ottobre il cardinale di Napoli, l’arcivescovo Ursi, ha offerto un ricevimento in onore del Consiglio di presidenza; è stata prestata un'attenzione ostentata al rappresentante della Chiesa russa ortodossa. In questo ricevimento Thomas Stransky si è interessato a un possibile pellegrinaggio a Bari, e se ci fosse la necessita di comunicare ciò all'arcivescovo ai Bari. Da parte mia segui- la risposta che la possibilità del pellegrinaggio ancora non era chiara, dal momento che eravamo ospiti della federazione protestante, ed essi ci proponevano un programma conveniente; se ci sarà la possibilità e il tempo di visitare Bari realizzeremo il nostro desiderio, ma il pellegrinaggio avrà un carattere privato,
A Bari, da parte dei monaci domenicani fu mostrata grande attenzione ed accoglienza. I membri dell'ordine domenicano reggono a Rari la basilica, dove si trovano 1e reliquie di Nicola il taumaturgo. I domenicani erano preavvisati (evidentemente dal segretariato) della nostra visita; fu offerto il pranzo, messa a disposizione una macchina per la visita della città, data la possibilità di recitare un moleben nella basilica eccetera.
Per quanto riguarda il soggiorno a Roma, abbiamo visitato in forma privata le basiliche maggiori (la basilica dell'apostolo Pietro, Paolo fuori le mura, Giovanni in Laterano e Maria Maggiore) La sera ci siamo visti con i nostri studenti Rozkov e Raina. La mattina del 24 ottobre è arrivato in albergo il rettore del Russicum padre Paul Mailleux e ci ha proposto per le nostre visite un miniautobus, e ci ha anche invitato a visitare il Russicum. Siamo andati a visitare le cose notevoli di Roma fino a circa le 14, fino a quando non abbiamo visto dietro il nostro autobus una macchina con la targa del Vaticano. Quando siamo arrivati all'albergo, è sceso il segretario del segretariato per l'unita dei cristiani, il vescovo Willebrands, il sottosegretario Duprey ed il collaboratore del segretariato John Long. Dopo la conversazione nel foyer dell'albergo il vescovo Willebrands ci ha invitato nel ristorante ad un pranzo offerto in nostro onore dal segretariato. Dopo il pranzo c’è stata una conversazione comune. Il vescovo Willebrands ha espresso l'idea di tenere un colloquio bilaterale sul tema del matrimonio (compreso il problema dei matrimoni misti) e del calendario. Da parte stia ci ha chiesto le nostre proposte affinché i colloqui servano la reciproca comprensione e il miglioramento delle relazioni.
Io mi sono sottratto a una domanda diretta avendo detto di non essere pronto a fare nessuna proposta, la questione sul tema dei colloqui necessita riflessione.
Dopo pranzo tutti e tre ci hanno ci hanno condotto all’albergo dove io ho detto a Willebrands le seguenti parole. ”Voi mi avete fatto una domanda sui temi, la cui discussione ci potrebbe avvicinare. Non ho voluto esprimere le mie opinioni a pranzo in una discussione comune, ma adesso vorrei rispondere alla sua domanda. Il Patriarca Aleksij ha scritto a Papa Paolo VI riguardo al problema degli uniati. Questa questione ci preoccupa, perché noi viviamo in tempi in cui l’attività dell’uniatismo deve essere ormai un lontano ricordo. Il Santissimo Patriarca aspetta una risposta da papa Paolo VI riguardo questo problema.
A me spetta di occuparmi dei problemi interni del nostro patriarcato e mi capita di imbattermi continuamente dell’attività degli uniati nelle province occidentali dell’Ucraina.
Si hanno informazioni colà sull’esistenza di un vescovo clandestino e su ordinazioni da lui compiute. Noi nella nostra Chiesa non immaginiamo che la consacrazione di un vescovo sia compiuta senza il benestare del capo della chiesa”. A questo Willebrands ha risposto che avrebbe riferito tutto quello che è stato etto al Santo padre.
(…) Alla luce di tutto ciò che è stato esposto nonostante le difficoltà esterne e apparenti, il Vaticano è forte nella sua organizzazione, prepara quadri qualificati che utilizza non tanto per fini religiosi, quanto per la penetrazione in generale nel campo socialista al fine della realizzazione di obiettivi politici strategici. E’ necessaria una vigilanza e uno studio serio e ponderato di tutte le sfumature della politica del Vaticano affinché si abbiano anche da parte nostra quadri qualificati, che possano pianificare, sulla base dello studio di tutte le manifestazione della politica vaticana, azioni contrarie
Il Vaticano a interessato a contatti diretti con iI Patriarcato di Mosca e compie i primi passi là dove secondo il protocollo non gli con verrebbe neanche compierli. Riguardo alla permanenza a Roma, noi dovevamo rendere visita al segretariato per l’unità dei cristiani, ma quando era divenuto chiaro che tale visita non ci sarebbe stata, il segretariato entrò in contatto di propria iniziativa. Conviene considerare attentamente e rispondere al segretariato riguardo alla proposta di tenere un colloquio sul tema del matrimonio e del calendario
Dalle conversazioni con i rappresentanti della Chiesa cattolica è risultato chiaro quanto sia ampia la loro penetrazione nel nostro paese, non parlando degli altri paesi, attraverso l’Inturist. Ad esempio, P. Duprey parlando del fatto di essere andato nell’estate di quest’anno in nave lungo il Danubio, ha detto che è stato a Odessa e ad Jalta e ha fatto conoscenza con la vita della Chiesa.
Di questi esempi è possibile addurne moltissimi. In modo simile sono andati anche Avgustin Voghel e Stefano Virgulin e altri
È in corso una nascosta, sottile, conseguente lotta di ideologie, la lotta della politica imperialista contro i1socialismo, e si gettano in questo enormi risorse, mezzi e quadri qualificati II Vaticano, con le sue istituzioni dei tipo del Russicum e dell'Istituto orientale e simili è una fucina di quadri e mette in pratica questa finalizzata lotta ideologica
(*) Aleksij II, nel 1968 Metropolita di Tallinn e cancelliere del Patriarcato.
Limes, LA RUSSIA E NOI - n°1 - 1994