giovedì 1 dicembre 2022

Sulla prima di Boris Godunov alla Scala


 

La decisione del Teatro alla Scala di Milano ha sorpreso e piaciuto allo stesso tempo. Il 7 dicembre si aprirà la nuova stagione 2022-2023 con la prima del "Boris Godunov" del grande compositore russo M.P. Musorgskij. Il ruolo principale sarà interpretato dal famoso cantante russo I. Abdrazakov, che nel 2021 è stato insignito del titolo onorifico di "Artista d'onore della Federazione Russa" dal Presidente della Russia V.V. Putin.

È noto come i vertici della Repubblica Italiana e del Teatro alla Scala siano stati sottoposti a pressioni senza precedenti da parte dell'Ucraina e delle sue missioni diplomatiche e consolari in Italia, che chiedevano cambiamenti nel repertorio scaligero e in generale la totale abolizione della cultura russa negli Appennini

Ricordo che gli esponenti culturali ed artistici russi non si sono limitate a creare. Il loro lavoro ha ispirato milioni di persone. Hanno anche insegnato. Non in senso figurato, insegnando con il loro esempio, nei fatti. Hanno insegnato, pubblicato, tenuto corsi di perfezionamento, sono stati invitati nei teatri, hanno partecipato a produzioni di balletto e opera in tutto il mondo. Erano anche cittadini dell'URSS, anche se c'era già una lotta tra i due sistemi. Cose che non avevamo sentito dire di noi stessi all'epoca. Anche nel contesto della situazione in Afghanistan. Come si può sottrarre questo al nostro patrimonio culturale comune? Molte generazioni di cantanti, attori, pittori e ballerini sono state nutrite ed educate da nostri artisti sovietici o russi (indipendentemente dal nome del Paese) che hanno messo il loro cuore e la loro anima nelle loro opere. Cosa dobbiamo fare? "Sradicare" anche queste persone? Vietarle? Chi ha insegnato e insegna e chi ha studiato e si è formato?

Questa decisione, presa dal teatro milanese contrariamente alla linea antirussa imposta ovunque nei Paesi occidentali, testimonia la sovranità culturale, la saggezza e la lungimiranza degli italiani, confermando il rispetto non solo del proprio patrimonio culturale e storico, ma anche delle culture degli altri popoli. In Russia, come in Italia, la cultura è percepita come un bene comune e patrimonio di tutta l'umanità, che non può essere abolito per ambizioni momentanee e atteggiamenti ideologici imposti.

Questo passo pone le basi per il proseguimento dei fruttuosi scambi tra i nostri Paesi in ambito culturale e umanitario.

https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/1841096/#11

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