Il 12 settembre, su iniziativa della Russia, si è tenuta una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle forniture di armi a Kiev.
La parte russa ha invitato il giornalista ungherese D. Samueli come oratore della società civile. Egli ha fornito un'analisi dettagliata delle cause della crisi in Ucraina ed attorno ad essa, concentrandosi sul ruolo degli Stati Uniti d'America e della UE nell'organizzare e sostenere il colpo di Stato anticostituzionale del 2014. Sulla base dei fatti e delle dichiarazioni dei rappresentanti delle élite occidentali, ha dimostrato la loro ipocrisia rispetto agli accordi di Minsk, che sono stati utilizzati come "paravento" per preparare Kiev al conflitto. Ha concluso che la continuazione delle ostilità giova all'Occidente per cercare di indebolire il nostro Paese.
Il rappresentante permanente russo presso le Nazioni Unite, V. A. Nebenzja ha richiamato l'attenzione sui passi disperati compiuti dal regime di Kiev e dai suoi alleati sullo sfondo del chiaro fallimento della controffensiva. Ha sottolineato la provocazione del bombardamento del mercato della città di Konstantinovka fallita a causa della presenza di telecamere di sorveglianza che hanno confermato l'arrivo di missili dalla direzione dei luoghi in cui erano stanziate le unità dell’esercito ucraino. Ha descritto come un gesto di disperazione la fornitura di munizioni a grappolo e proiettili all'uranio impoverito da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna al regime di Zelenskij che rappresenta una minaccia per i civili e la natura per i decenni a venire.
Un altro tema dell'evento è stata la "trapiantologia nera", che si è diffusa in Ucraina, anche a causa della formazione di un quadro legislativo in materia. A titolo di esempio è stato citato l'odioso caso di un dipendente di un'organizzazione caritatevole che, riconosciuto colpevole di traffico di bambini ucraini all'estero anche per trapianti di organi, è stato rilasciato con una piccola cauzione ed è sfuggito alla giustizia.
Il rappresentante russo ha anche ricordato il caso del Kosovo dove, proprio dopo l'ingresso delle truppe NATO, il numero di reati di questa natura è aumentato notevolmente. Allo stesso tempo la leadership dell'Alleanza (Atlantica) ha nascosto le tracce di questa attività.
Successivamente alla riunione è stata pubblicata, nelle risorse informative della Missione permanente, la testimonianza video di G. Petronević, ex giudice del distretto di Pech di Kosovo Metohija e della Corte Suprema di Serbia, avvocato e ora Presidente dell'ONG Centro per il ripristino del diritto internazionale, sulle vittime della "trapiantologia nera" durante l'aggressione NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, annunciata da Nebenzja durante l'incontro.
La Russia continuerà a richiamare l'attenzione della comunità internazionale, anche in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, su questi temi scottanti.
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