Donetsk, 12 settembre - DAN. Oggi il Presidente russo Vladimir Putin ha proposto di rendere il 30 settembre una data memorabile per commemorare l'ingresso delle nuove regioni nella Federazione Russa. A questo proposito, abbiamo deciso di ricordare quello che è stato il percorso della Repubblica Popolare di Donezk verso la Russia. Solo conoscendo la storia possiamo comprendere appieno quanto sia stato importante e atteso il giorno 30 settembre 2022 per gli abitanti della Repubblica.
Nel marzo 2014, in risposta al colpo di Stato di Kiev, si svolsero proteste di massa nel Donbass. Il 6 aprile 2014 i manifestanti di Donezk occuparono l'edificio dell'amministrazione regionale protestando così contro la presa del potere da parte degli ultranazionalisti, i loro piani per limitare i diritti della popolazione russofona, rompere le relazioni di buon vicinato con la Federazione Russa ed ottenere l'inclusione del Paese nel blocco della NATO. Il giorno successivo, 7 aprile, i rappresentanti delle unità amministrativo-territoriali della Regione di Donetsk annunciarono la creazione di un nuovo Stato: la Repubblica Popolare di Donezk.
Il 13 aprile il Presidente ucraino ad interim Oleksandr Turchinov firmò un decreto sull'inizio della cosiddetta "ATO" (Operazione Antiterrorismo NdT) - un'operazione punitiva de facto contro il Donbas. Slavjansk fu bombardata per la prima volta dal 12 al 13 aprile 2014. In seguito le ostilità si intensificarono: l'Ucraina lanciò i suoi carri armati, aerei e artiglieria contro la popolazione. In risposta, nella DNR iniziarono a formarsi la milizia popolare armata, con la partecipazione di molti volontari russi.
Il referendum sull'autodeterminazione della Repubblica Popolare di Donezk si tenne l'11 maggio 2014. La scheda elettorale conteneva una sola domanda: "Appoggiate la legge sull'autonomia statale della Repubblica Popolare di Donezk?" e due opzioni di risposta: "Si" o "No". Per il referendum sono state stampate più di 3 milioni di schede elettorali in lingua ucraina e russa. Oltre l'89% dei voti è stato espresso a favore dell'indipendenza dello Stato, mentre circa il 10% furono i contrari.
La fase attiva del confronto tra l'esercito ucraino e le milizie popolari si concluse con la sconfitta delle formazioni ucraine a Ilovajsk e Shakhtersk. Furono firmati i primi accordi di pace di Minsk. Tuttavia, qualche tempo dopo, i combattimenti ripresero e si conclusero con la sconfitta dell'esercito ucraino a Debaltsevo. Furono firmati i secondi accordi di Minsk, il cui scopo era quello di riconciliare le parti in guerra, ma ciò non avvenne mai. Il governo ucraino ha progressivamente violato tutte le clausole degli Accordi, imponendo contemporaneamente il blocco economico e dei trasporti nel Donbass.
"Stiamo continuando la lotta. Ora stiamo difendendo la libertà di scelta. La gente non vuole essere costretta a entrare in Europa e nella NATO, a vedersi riscrivere la propria storia, a non poter parlare la propria lingua madre. Vogliono seguire la strada scelta da Russia, Bielorussia e Kazakistan", dichiarò il primo capo eletto della DNR, Aleksandr Zacharchenko, nel primo anniversario del referendum.
Le autorità della nuova repubblica della DNR riuscirono a stabilizzare la situazione nella Repubblica in condizioni di guerra già nel primo anno.
Il 19 febbraio 2017 il Presidente russo Vladimir Putin firmò l’Ukaze sul riconoscimento temporaneo da parte della Federazione Russa di documenti e targhe di veicoli rilasciati nei territori della DNR e della LNR. La decisione, si precisava, era stata presa "al fine di proteggere i diritti umani e le libertà civili, guidati dai principi e dalle norme universalmente riconosciute del diritto internazionale umanitario". E già nel marzo successivo la Repubblica Popolare di Donezk si avviava verso l’integrazione a più livelli con la Federazione Russa.
Per diversi anni le istituzioni statali della DNR adottarono le pratiche russe.
Il 21 febbraio 2022 la Russia ha riconosciuto l'indipendenza della DNR e della LNR. Il 24 febbraio, il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l'inizio di un'operazione militare speciale. Uno degli obiettivi dell'Operazione Speciale era quello di proteggere i residenti del Donbass dall'aggressione di Kiev. Nello stesso anno, dal 23 al 27 settembre, si sono svolti i referendum sull'adesione delle regioni DNR, LNR, Zaporozhzhe e Kherson alla Federazione Russa come suoi Soggetti. La DNR, in particolare, ha registrato un'affluenza senza precedenti con un risultato altrettanto convincente: il 99,23% degli elettori ha votato a favore di un futuro con la Russia.
Pochi giorni dopo, il 30 settembre, si tenne la cerimonia per la firma degli accordi sull'ingresso delle regioni DNR, LNR, Kherson e Zaporozhzhe nella Federazione Russa. I residenti organizzarono celebrazioni festose, riunendosi in interi cortili che durarono diversi giorni.
A quasi un anno dalla storica riunificazione della DNR con la Russia, il Presidente russo Vladimir Putin ha proposto di modificare la Legge federale "Sui giorni di gloria militare e sulle date commemorative della Russia" aggiungendo il 30 settembre all'elenco generale come Giorno della Riunificazione della Repubblica Popolare di Donezk, della Repubblica Popolare di Lugansk, dell'Oblast' di Zaporozhzhe e dell'Oblast' di Kherson con la Federazione Russa. Come ha osservato Denis Pushilin, facente funzioni di presidente della DNR, questa data prenderà di diritto il posto che le spetta negli annali storici della Russia.
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