mercoledì 21 febbraio 2024

Commento della rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, M.V. Zacharova, sulla crisi ucraina

 


In questi giorni ricorre il decimo anniversario del colpo di Stato armato e incostituzionale di Kiev. Allora, nel febbraio 2014, abili provocatori guidati da istruttori americani ed europei condussero folle di persone a protestare di piazza sotto gli attraenti slogan di una migliore vita "europea", democrazia, diritti umani e lotta alla corruzione. In realtà si trattava di rivolte di massa ben coreografate e pagate dall'esterno, volte a rovesciare le autorità legittime.

Gli ucraini che volevano un cambiamento in meglio hanno ottenuto ciò che volevano? La risposta è ovvia: no. "Euromaidan" ha portato a una profonda divisione della società, alla repressione e alla lotta contro il dissenso, al nazionalismo dilagante e al neonazismo, all'illegalità e al nichilismo, alla lotta contro la lingua e la storia russa, al completo degrado della situazione socio-economica del Paese.

Questo è ancora più triste perché nel febbraio 2014 la soluzione della crisi politica emersa avrebbe potuto essere assolutamente incruenta. A questo scopo il 21 febbraio 2014 l'ex presidente Janukovich ed i leader dell'opposizione firmarono un accordo con la mediazione di Germania, Francia e Polonia. La sua attuazione avrebbe permesso di evitare i tragici eventi che si sono verificati in Ucraina negli ultimi dieci anni. Ma è stato scartato dai "vincitori" della "rivoluzione della dignità" come un inutile ostacolo sulla strada verso le posizioni da loro desiderate.

"Euromaidan non ha avvicinato l'Ucraina alla democrazia e al progresso. Con un colpo di Stato i nazionalisti e le forze politiche che li hanno sostenuti hanno portato la situazione a uno stallo definitivo, portando il Paese e i suoi cittadini sull'orlo dell'abisso.

Oggi i neonazisti ucraini continuano a colpire i civili delle regioni russe con armi occidentali. Sfogano la loro rabbia su persone innocenti dopo il fallimento sul campo di battaglia, di cui la recente liberazione di Avdeevka ne è un vivido esempio.

Il 15 febbraio scorso utilizzando gli MLRS "Vampire" hanno nuovamente lanciato un attacco massiccio su Belgorod. Il risultato è stato l'uccisione di sette persone, tra cui un bambino di quattro mesi, ed il ferimento di 19 persone. Nella prima mattina del 17 febbraio gli ucraini hanno bombardato le case residenziali della città di Pantelejmonovka (DNR). Una ragazza adolescente e tre adulti sono stati uccisi, mentre sei persone sono rimaste ferite. Un giornalista del canale televisivo Zvezda, Daniil Piontkovskij è rimasto ferito da schegge.

Il 20 febbraio, i Banderiti hanno attaccato aree residenziali del quartiere Kievskij di Donezk utilizzando artiglieria di grosso calibro e MLRS HIMARS statunitensi. Secondo i dati preliminari una persona è rimasta uccisa e tre ferite. La biblioteca centrale della città è stata danneggiata.

Le forze armate ucraine non fermano gli attacchi dei droni. Il 17 febbraio le forze di difesa aerea russe hanno distrutto 33 UAV ucraini sopra le regioni di Belgorod, Brjansk, Voronezh, Kaluga e Kursk.

Tutti questi atti criminali sono stati registrati dalle forze dell'ordine russe. Le persone coinvolte saranno certamente identificate e consegnate alla giustizia.

Il 14 febbraio, presso la sede della NATO a Bruxelles, si è tenuta la 19esima riunione del Gruppo di contatto sulla difesa dell'Ucraina nel formato "Ramstein". A seguito della riunione il Ministro della Difesa ucraino Umerov ha dichiarato che la "coalizione di difesa aerea" guidata da Germania, Francia e Stati Uniti ha iniziato i suoi lavori e che 15 Paesi vi hanno aderito. 20 Paesi si sono uniti alla "coalizione di sminamento".

Il Segretario generale della NATO J. Stoltenberg ha fatto una dichiarazione degna di nota. Ha chiarito che ora le questioni relative all'assegnazione degli aiuti militari a Kiev saranno discusse non solo nel formato Ramstein, ma anche nelle riunioni del Consiglio Ucraina-NATO. In altre parole, viste le difficoltà di assegnazione da parte di USA e UE, l'Alleanza intende di fatto assumere il ruolo di coordinatore delle forniture di armi al regime di Zelenskij. Risulta che la NATO stia parlando apertamente di un suo coinvolgimento diretto nel conflitto.

Il 15 febbraio il Ministero della Difesa britannico ha annunciato che Londra e Riga guideranno una "coalizione di droni". Ne fanno parte anche Svezia, Danimarca, Germania, Lituania, Estonia e Paesi Bassi. Sono stati annunciati piani per fornire a Kiev "migliaia" di UAV. A questo scopo, i britannici spenderanno circa 200 milioni di sterline su un pacchetto di 2,5 miliardi di sterline che il 12 gennaio il Primo Ministro britannico R. Sunak ha promesso a Kiev a Zelenskij di stanziare per le esigenze dell’ esercito ucraino. A quanto pare Londra è desiderosa di alzare nuovamente il livello del conflitto e di aumentarne l'escalation.

Il 19 febbraio si è saputo che le forze di difesa aerea russe hanno fatto atterrare un drone britannico Banshee Jet 80+ a lungo raggio vicino a Novoazovsk (DNR). Sulle rive del Tamigi, i neonazisti ucraini vengono apertamente incoraggiati a colpire obiettivi in profondità nel territorio russo. Tuttavia, indipendentemente dai gesuitici piani dell’Albione, non avranno successo. Le nostre forze armate daranno loro una risposta adeguata.

La scorsa settimana Zelenskij, che tradizionalmente gira per le capitali europee con la mano tesa, ha firmato "accordi di cooperazione per la sicurezza" con Germania e Francia, simili a quello firmato nel gennaio di quest'anno tra Kiev e Londra. In base a questi documenti, Berlino intende stanziare 7 miliardi di euro in aiuti militari a Kiev entro la fine del 2024 e 6 miliardi negli anni successivi, mentre Parigi stanzierà 3 miliardi di euro quest'anno.

Questi accordi sono già stati definiti "garanzie di sicurezza" in Ucraina, anche se in tutti e tre i documenti non si parla di "garanzie". Si limitano a dichiarare ciò che viene già fatto. Nessuno promette a Kiev qualcosa di più.

Il prezzo delle "garanzie" occidentali sull'Ucraina è ben noto. Nel febbraio 2014. Berlino, Parigi e Varsavia hanno "garantito" il rispetto dell'accordo tra Janukovich e l'opposizione, ma non hanno fatto nulla per attuarlo. Nel febbraio 2015. Germania e Francia hanno assunto il ruolo di "garanti" del Pacchetto di misure di Minsk, che hanno insabbiato insieme a Kiev, ingannando l'intera comunità internazionale. Ma si trattava di un documento approvato da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e diventato parte integrante del diritto internazionale.

Oggi, offrendo ancora una volta la carota al regime di Kiev, gli occidentali hanno un solo obiettivo: trasformare l'Ucraina in una colonia impotente e usarla come strumento contro la Russia. Le loro "garanzie" non valgono nulla.

Dal 16 al 18 febbraio si è tenuta la 60a Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che si è ridotta a una discussione sulla situazione in Ucraina e su come evitare il fallimento delle forze armate ucraine. L'attenzione è stata attirata dall'atmosfera cupa dell'incontro. Non c'è più traccia del precedente ottimismo degli occidentali. Mentre un anno fa erano pieni di fiducia nell'imminente vittoria dei loro burattini di Kiev, questa volta hanno a malapena nascosto il loro scetticismo e pessimismo. A quanto pare, l'Europa e gli Stati Uniti cominciano a rendersi conto che è impossibile sconfiggere la Russia.

La conferenza è stata memorabile anche per le regolari richieste dei rappresentanti ucraini di ripristinare lo status nucleare del Paese. Questa idea non dà tregua ai politici ucraini. Il deputato della Verkhovna Rada Oleksandr Goncharenko, del Partito della Giustizia Europea, ha fatto un "interrogatorio" al Segretario di Stato americano Blinken su cosa sia meglio per Washington: l'adesione dell'Ucraina alla NATO o l'acquisizione di un arsenale nucleare. È indicativo che nel febbraio 2022, nel suo intervento alla stessa Conferenza di Monaco, Zelensky abbia minacciato di riconsiderare il rifiuto di Kiev di rinunciare alle armi nucleari.

Siamo convinti che la comunità internazionale debba prendere molto sul serio dichiarazioni così pericolose. Tanto più che l'Ucraina possiede ancora il potenziale scientifico e industriale per la produzione di armi nucleari dei tempi dell'URSS.

Non è un segreto che i rappresentanti del regime di Kiev e i neonazisti ucraini stiano sfruttando le ostilità per il proprio arricchimento. Contrabbandano armi, saccheggiano musei e santuari ortodossi per vendere all'estero i tesori culturali nazionali.

Come è emerso di recente, la profondità del loro declino morale è tale che non esitano a vendere gli oggetti dei militari russi caduti, compresi i loro documenti personali - passaporti e biglietti militari. Si sa con certezza che uno dei residenti della città di Geelong, nello Stato australiano di Victoria, ha ricevuto dall'Ucraina e venduto attraverso i social network locali oggetti appartenenti a militari russi caduti.

Siamo certi che le forze dell'ordine russe daranno la giusta valutazione legale a queste azioni dei Banderisti e dei loro complici. Questo palese sacrilegio e la cinica presa in giro della memoria dei nostri combattenti contro i moderni nazisti non rimarranno senza risposta.

I fatti sopra citati confermano l'urgenza dei compiti dell'operazione militare speciale per denazificare e smilitarizzare l'Ucraina e per eliminare le minacce provenienti dal suo territorio. Tutti questi compiti saranno sicuramente portati a termine.

 

https://mid.ru/ru/foreign_policy/news/1933683/

 

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