sabato 16 febbraio 2013



I PROBLEMI GIURIDICI DELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE DEI BAMBINI CITTADINI DELLA FEDERAZIONE RUSSA


Jury Tarasov

Università Statale di Mosca MV Lomonosov



I problemi legali dell’adozione internazionale di bambini cittadini della Federazione Russa 

"I bambini fuori della politica" - con questa frase il celebre attore russo Konstantin Chabenskij ha contrassegnato il suo arrivo al conferimento del titolo di Artista del Popolo da parte del Presidente Vladimir Putin alla fine di dicembre 2012. Tutti noi sappiamo che è stato il punto di partenza della realizzazione della protesta, posso dire, il leitmotiv della protesta del 21 dicembre 2012, quando in terza lettura è stata approvata la legge “Dima Jakovlev", che tra l'altro comprende il divieto di adozione di bambini russi da parte di genitori americani. Questa legge deve il suo nome al bambino russo Dima Jakovlev che era stato adottato da genitori americani e dopo quattro mesi è morto tragicamente a causa di una mostruosa impudenza del padre adottivo. A proposito, il padre è stato poi completamente assolto. E tutto sarebbe andato bene, si ma questo è il motivo per il disegno di legge la cui scelta, a mio parere, non è plausibile. La legge "Dima Jakovlev" è una risposta al Magnitsky Act, approvato negli Stati Uniti, contenenti le sanzioni implicite per i cittadini russi presumibilmente coinvolti nella morte dell’avvocato Sergei Magnitskij.



In ogni caso, allontanarsi dai problemi della politica e tornare a quelli giuridici, in particolare nel campo dell'adozione internazionale, non è così semplice come sembra.

La legislazione della famiglia prevede l’istituto dell'adozione quale forma prioritaria di accadimento dei bambini rimasti senza cure parentali. Questa posizione è dovuta al fatto che proprio l’adozione consente di dare un carattere continuativo all’educazione del bambino, e non temporaneo, come per esempio in una famiglia affidataria. Tuttavia, nel recente passato, la Russia ha mantenuto la crescente tendenza dei casi di adozione di orfani russi da parte di cittadini stranieri. E’ un bene o un male questo? Penso che la risposta a questa domanda non può essere univoca. Proviamo a capire.

Ogni fenomeno ha le sue ragioni, quali sono qui? Prima di tutto, sono le condizioni socio-economiche dei cittadini russi. Noi conosciamo, e non per sentito dire, i problemi legati alla mancanza di alloggi, la mancanza di sostegno finanziario e di sostegno dello Stato alle famiglie numerose e alle famiglie senza figli. La legislazione prevede una serie di misure di natura materiale, tuttavia spesso questo non basta: la gente semplicemente non vuole prendere con sé un bambino per accudirlo sapendo che non potrà dargli un sostegno adeguato (e qui parlo naturalmente non delle attenzioni, dell'amore e dell'affetto, ma di qualcosa di più banale e reale). In questo modo, in primo luogo, i legislatori devono prestare attenzione alla creazione di condizioni ottimali per russi genitori adottivi.

Ora rivolgiamoci ai genitori adottivi stranieri. L'articolo 124 del Codice della Famiglia della Federazione Russa dice che l'adozione di bambini da parte di cittadini stranieri o apolidi è ammesso soltanto nei casi in cui non è possibile accogliere questi bambini in una famiglia di cittadini della Federazione russa o parenti dei bambini, indipendentemente dal luogo in cui vivono. Cosa abbiamo ottenuto davvero? Presentiamo le statistiche: nel 2011 sono stati adottati 7.416 bambini con adozione nazionale, con adozione internazionale ne sono stati adottati 3.400. Come si può vedere, la quota relativa all’adozione internazionale in Russia è quasi il 46 per cento del totale (il dato è abbastanza significativo). Davvero nel caso concreto di questi 3mila bambini «non vi è stata alcuna possibilità» di accogliere il bambino per accudirlo presso una famiglia russa o presso parenti? Forse è vero, ma, ovviamente, è amaro.

Dando un bambino in affidamento, le autorità tutorie devono controllare attentamente l'identità dei genitori affidatari (così come per i nostri concittadini così anche per gli stranieri), perché, purtroppo spesso, si assiste a maltrattamenti dei bambini, anche di quelle persone che prima dell’affido apparivano cittadini abbastanza rispettabili. Purtroppo, la normativa stabilisce un criterio formale per i genitori adottivi, anche se in questa questione non vi possono essere limitazioni. La situazione è aggravata dal fatto che, in pratica, gli Organi della tutela non mostrano sufficiente attenzione al problema. Affinché si cambi la situazione, ovviamente, necessita una qualche influenza su queste strutture statali che sembra opportuno fissare per legge (ad oggi, la responsabilità delle autorità tutorie sono regolate solo dalla legge federale «Sulla tutela e l’affido»  e in alcuni regolamenti amministrativi, che non prevedono misure chiare). 

Inoltre,il complesso processo di adattamento del bambino russo al Paese straniero per lui sconosciuto: non conoscere la lingua, i costumi, la cultura è spesso un ostacolo significativo per una vita normale e il suo sviluppo. A questo proposito, un ruolo importante è svolto dai temi della formazione dei genitori stranieri adottivi nell’adottare un bambino (l’articolo 127 del Codice della famiglia prevede la formazione come uno dei criteri per l’adozione). Tuttavia lo stesso articolo dice che la formazione dei genitori adottivi stranieri può essere tenuto nello Stato in cui risiedono. La domanda sorge spontanea: ma c’è una sufficiente esperienza dei bambini russi da parte delle persone che si dedicano a questo tipo di formazione all'estero? Penso che la risposta possa essere, in generale, negativa. A mio parere sarebbe opportuno fissare per legge che i genitori adottivi stranieri devono essere formati proprio nel paese da cui hanno deciso di prendere il bambino (ora la legge stabilisce questo solo in caso di fallimento della formazione nel paese di residenza).Solo in questo modo i genitori adottivi saranno in grado sentire profondamente la mentalità del bambino, capire i suoi interessi e la sua cultura che favorirà a lungo il rapporto, diventando molto cordiale tra genitori e figli (particolarmente importante quando si adotta un bambino di età avanzata).

Infine, vorrei richiamare l'attenzione su un altro problema: come sappiamo attività delle agenzie in materia di adozione dei minori è vietata. Ciò è confermato dalle disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del fanciullo e dal Codice della famiglia. L'articolo 32 della Convenzione per la protezione dei minori e sulla cooperazione fra gli Stati in materia di adozione internazionale vieta ancora più concretamente: nessuno può ricevere impropri benefici finanziari o di altri benefici dall'attività di adozione internazionale. Solo i costi, incluse i compensi professionali delle persone che sono coinvolte nel processo di adozione, possono essere esposti o pagati. Oggi, tuttavia, vi è la categoria delle organizzazioni straniere accreditate per l’adozione internazionale. Sono davvero necessarie in quanto spesso un cittadino straniero ha bisogno di consulenza legale in materia di adozione in Russia e consentono di superare la barriera della lingua, ecc. Ma quando l'adozione è indipendente (senza alcuna partecipazione di queste organizzazioni), nella pratica sono spesso coinvolti intermediari nella veste di accompagnatori dei genitori stranieri, potenziali traduttori, guide o autisti. Inasprendo i requisiti richiesti per la registrazione di queste organizzazioni, il nostro legislatore lascia senza attenzione le situazioni sopra descritte. Inoltre, anche con le organizzazioni accreditate sorgono problemi (ad esempio, il caso dell'organizzazione della California "Junona", del russo trasferitosi negli Usa Ivan Zherdev. La struttura ricercava informazioni sui bambini russi e li vendeva alle agenzie di adozione e, talvolta, con dati abbastanza distorti).E fino a quando nella nostra legislazione non vi sarà alcun articolo sull'adozione illegale, queste persone riceveranno la punizione più mite che per altri articoli e alcuni sono ancora in libertà.

Riassumendo questo mio articolo vorrei sottolineare che in Russia ancora permangono una serie di problemi giuridici nella sfera dell’adozione internazionale. Certamente non spetta a noi decidere dove starà meglio un orfano - nella sua nativa Russia o all'estero, e in questo non si può accettare lo stereotipo formato sul livello più alto del tenore di vita in del’adozione internazionale rispetto alla nazionale. Nelle questioni dell’accoglienza di un bambino in una famiglia che, in virtù delle circostanze non ha, in primo luogo dovrebbe esserci la capacità dei genitori adottivi di dare al bambino l'amore dovuto, l'affetto e la cura, e fintanto che capiamo questo rimarremmo ancora esseri umani ...








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