Commento del rappresentante
ufficiale del Ministero degli Esteri della Russia A. K. Lukashevich in relazione con la pubblicazione
della seconda relazione dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti
umani sulla situazione dei
diritti umani in Ucraina
Richiamiamo l'attenzione sul secondo rapporto sulla situazione in Ucraina, pubblicato dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR).
Siamo costretti a riconoscere che la relazione ha poco a che fare con
il vero stato delle cose nel
campo dei diritti umani in Ucraina.
Una completa mancanza di obiettività,
incongruenze evidenti e "doppi standard" non lasciano dubbi sul fatto che i suoi
autori abbiano eseguito un ordine
politico di "ripulire"
le autorità autoproclamate a Kiev.
Il motivo che ha portato al massacro di Odessa, gli
autori lo hanno definito azioni ciniche
di alcuni attivisti filo-russi. Sul fatto che gli estremisti e neo-nazisti abbiano bruciato vivi i civili ucraini, che ai feriti veniva sparato attraverso le finestre della Casa dei sindacati, non è stata detta una
parola. Nessuna informazione
sulle inazioni criminali delle forze dell'ordine o dei successivi arresti di sostenitori della federalizzazione. L'intera trama serve fattivamente all'interpretazione ufficiale di Kiev.
Gli autori del documento hanno nuovamente scelto
di ignorare le gravi violazioni dei diritti umani da parte delle autoproclamate
autorità di Kiev, tra cui i rapimenti, gli assassini, le torture, le detenzioni
extragiudiziali per motivi politici, l'uso arbitrario e sproporzionato della
forza inclusa quella militare, e così via. E' significativo che nella trentina
di pagine della relazione il tema delle manifestazioni in Ucraina di nazionalismo
aggressivo e di neo-nazismo in generale non abbia trovato posto.
È fortemente deplorevole che la relazione giustifichi nei fatti il carattere criminale
delle operazioni nel Sud-Est dell'Ucraina, taccia sulle
vittime fra i civili, tenti di addossare la responsabilità delle violazioni dei diritti umani alle “forze filo-russe."
E questo nonostante il fatto che molte delle azioni delle autorità di Kiev nel sud-est presentano
il carattere di crimini di guerra e
crimini contro l'umanità.
Nei commenti sulla Crimea gli estensori del rapporto sono andati oltre a quanto consentito dalla Carta delle Nazioni Unite, che prevede il diritto dei funzionari dell’Organizzazione
di rispettare rigorosamente il principio
di neutralità e di imparzialità. Dopo aver
dichiarato Kiev ed i suoi protettori occidentali che il referendum
in Crimea è “illegale”, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti
umani ha sottoscritto una dichiarazione che riconosce l’esecutività dei Patti
internazionali sui diritti umani, il diritto dei popoli all'autodeterminazione,
solo se è dettata da considerazioni politiche.
Gli autori hanno in qualche modo dimenticato di menzionare la cessazione della fornitura da parte dell’Ucraina alla Crimea di
acqua potabile - un'azione che
viola una serie di diritti umani.
Degna di nota la goffa ed a volte invadente ossessione di adattare i fatti e le fonti di informazione alle conclusioni precostituite che giustificano la Junta di Kiev
e la demonizzazione del movimento
di protesta nel sud-est. La relazione cita in
maniera preferenziale passi della relazione dell’esperto indipendente
del Consiglio dei diritti dell'uomo
dell'ONU sulle questioni delle
minoranze R. Izhak.
E' sintomatico che ciò che è stato predisposto dall'OHCHR opus non è stato
divulgato senza intenzioni al grande pubblico proprio a Kiev ed a nessun altro,
come l’Assistente del Segretario Generale dell’ONU I. Šimonović, noto per le valutazioni impregnate di preconcetti
e
distorte
della
situazione dei diritti umani in Ucraina. Il 17 Marzo di quest'anno, il Ministero degli Esteri russo aveva già notato che
la posizione di questo funzionario delle Nazioni Unite mette in dubbio l'indipendenza
e l'imparzialità dell’OHCHR. Nuovo Report - prova inequivocabile.
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