domenica 27 agosto 2017

Altri cinque bambini russi dalle mani dei terroristi in Iraq e Siria restituiti alla loro patria




Altri cinque bambini russi dalle mani dei terroristi in Iraq e Siria restituiti alla loro patria
 
A Groznij oggi è arrivato un volo speciale da Baghdad. Ha riportato in Russia i bambini, che in periodi diversi erano stati portati in Iraq e Siria. Storie tutte simili: i genitori hanno aderito all’ISIS e in modi diversi si sono trasferiti nei campi addestramento dei terroristi. Le tracce di molti di loro sono state perse. E i loro figli, ritrovati nei rifugi e restituirli ai loro parenti non è stato facile.

Una nonna si asciuga le lacrime, sfoglia le foto sul telefono, lacrime e ancora lacrime neli occhi. Janet Erezhebova da anni non vedeva i nipoti. E il più piccolo - non l’ha mai visto. E' nato in Iraq nel campo dei militanti dove era fuggito suo genero, insieme con la moglie e i figli.

Il destino di sua figlia ero sconosciuto. Sapeva che insieme ai terroristi dello «Stato Islamico», raggruppamento vietato nella Federazione Russa, si trovava nel centro della battaglia di Mosul, in cui i militanti sono stati sconfitti

«L'ultima volta che ho ricevuto notizie era il 30 novembre 2016, lei mi ha detto: "Mamma, abbiamo una situazione miserevole. E se mi perdo trova i miei figli, per favore, mamma prenditi cura di loro". Darei la vita per loro solo perché tornassero», dice la donna.

Ognuno dei bambini ritornati oggi all'aeroporto di Groznij, con il volo speciale da Baghdad, ha una storia simile. I genitori si unirono all’ISIS e scomparvero. I bambini sono vivi per miracolo. Gli hanno rintracciati per caso in un orfanotrofio. Chadizhad Magomedov spetta il nipote Ali.

 «Lui non mi riconosce più. Quando è stato portato via aveva un anno e mezzo. Sono già passati due anni. Non mi riconosce. Ma, forse, sente qualcosa» dice Chadizhad.

All'aeroporto di Grozny oggi un fiume di lacrime. Lacrime di gioia e di sollievo. Aspettano il volo da Baghdad. A bordo cinque piccoli russi, bambini del Daghestan. Le sorelle Khadidzha e Fatima – la maggiore ha solo cinque anni, i piccoli Sultan-Murad e Ali – l’ulyimo di tre anni e il più grande di otto - Marijam di nove anni. Sulla pista incontrano i nonni e le nonne, zii e zie, cugini, fratelli e sorelle. Nelle loro mani giocattoli e palloncini. Molti non riescono a trattenere l’emozione.

Al’organizzazione del ritorno è stato direttamente coinvolto il capo della repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov. Il suo rappresentante per il Nord Africa ed il Medio Oriente ha condotto colloqui con alti funzionari dell'Iraq.

«Ramzan Achmetovich ha controllato ogni passo del lavoro del nostro gruppo. Abbiamo lavorato sul territorio di Iraq e Siria. In arrivo ci sono moltissimi gruppi che vogliono uscire dalla zona del conflitto» ha detto il membro del Consiglio della Federazione Ziad Sabsabi.

Davanti ai bambini ora c’è un lungo periodo di riabilitazione, la più grande, Marijam ha bisogno di cure mediche – il suo viso è ricoperto di cicatrici. Oggi ha incontrano una ventina di persone, tutti i suoi parenti.

Me lo sento, mi riconosce. Lei mi vuole molto bene», dice Magomed-Tagir Shichabudinov, il nonno di Marijam

Quanti bambini provenienti dalla Russia si trovino in Siria ed in Iraq, esattamente non lo sa nessuno. Si parla di decine di casi. Per riportarli a casa necessiterà ancora di molto tempo.

Le ricerche continuano. Ieri si è appreso che nel Kurdistan iracheno sono stati rilasciati altri sei russi: donne e bambini ed anche sei cittadini del Kazakistan










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