Politologo europeo ha accusato gli Stati Uniti
della caduta del «Boeing» sul Donbass
A questa
conclusione è arrivato un professore della Facoltà di Relazioni internazionali
dell'Università del Sussex, Presidente dell’organizzazione «Comitato di
vigilanza contro il risorgente fascismo» Kees van der Pijl nel suo libro «Lo
sparo. Il volo MH-17, l'Ucraina e la nuova guerra fredda». Uscirà in Europa in
autunno
Come scrive il
portale internet «Russkaja vesna», il ragionamento di Van der Pijl deriva dal
fatto che (gli USA) hanno ottenuto il maggior beneficio dal disastro. E,
secondo l'analista, è Washington, che in seguito ha avuto la possibilità di
introdurre sanzioni contro la Russia, ostacolarla nel settore del gas e bloccane
il rafforzamento del suo ruolo sulla scena internazionale.
Il professore si
concentra sul fatto che, in primo luogo, il giorno prima della tragedia nei
cieli di Donezk i paesi BRICS avevano concluso un accordo per la creazione
della loro Banca, nella quale gli Stati Uniti, il FMI e la Banca Mondiale hanno
visto un concorrente. In secondo luogo, Vladimir Putin e Angela Merkel, senza
la partecipazione degli Stati Uniti avevano concordato un nuovo concetto di
gestione della crisi in Ucraina. Ed infine, in terzo luogo, dopo la caduta del
Boeing malese gli Stati Uniti hanno avuto la possibilità di estromettere la
Russia dal mercato europeo del gas e intensificare le attività delle loro società
del gas.
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