Commento del Dipartimento
Informazione e Stampa del Ministero degli Affari Esteri della Russia in relazione
alle esercitazioni militari NATO «Trident Juncture-2018»
Il 25 ottobre (in realtà già da alcune
settimane), sono iniziate in Norvegia, nel Mar Baltico e nel Nord Atlantico le
esercitazioni tattiche operative delle forze armate della NATO «Trident Juncture-2018». I
contingenti militari dei membri dell'alleanza e dei singoli paesi partner
(Finlandia e Svezia) sviluppano capacità in operazioni sia difensive che,
soprattutto, offensive in tutti gli ambienti - terra, mare ed aria, così come
nel cyberspazio - durante un conflitto "ad alta intensità" con un "avversario
comparabile". Una
caratteristica delle esercitazioni è l'addestramento dei militari in azioni con
condizioni climatiche alle basse temperature.
Nonostante i tentativi piuttosto impacciati
dei rappresentanti dell'alleanza e dei suoi stati membri di presentare tale
attività militare come difensiva, è ovvio che questa dimostrazione del
potenziale di combattimento ha un chiaro orientamento anti-russo. In effetti,
nel quadro della "Trident Juncture-2018", verranno testate nella
pratica le ultime teorie degli esperti militari della NATO in materia di forte
"contenimento" della Russia nell’ambiente più somigliante possibile
alle nostre condizioni climatiche.
Le informazioni che la parte NATO ci
ha fornito in merito a tali esercitazioni sia durante una riunione del
Consiglio Russia-NATO, nonché nella riunione nel quadro del Forum di
cooperazione sulla sicurezza OSCE a Vienna, non placano le nostre preoccupazioni.
Soprattutto considerando il fatto che "all'ultimo momento", il numero
dei militari coinvolti nelle esercitazioni è incrementato sino a 50 mila e che nelle
esercitazioni sono compresi anche gruppi di portaerei nucleari, marines e paracadutisti
della Marina USA. Non possiamo ignorare il fatto che alcuni elementi del
"Trident Juncture-2018" si terranno in aree situate a soli 200 km dal
confine russo.
Negli ultimi mesi abbiamo visto molti
messaggi circa il trasferimento di forze e strutture militari di paesi membri
della NATO nell'area delle esercitazioni, messaggi molto più simili a rapporti
di guerra. Naturalmente, per giustificare un'azione così discutibile e
provocatoria, la parte NATO sta costruendo una campagna di informazione
anti-russa.
Ciò incide negativamente sulla
sicurezza di tutti i paesi vicini senza eccezione alcuna, porta nuove
complicazioni alla situazione politico-militare e non si adatta agli sforzi
compiuti per sviluppare nuove misure di rafforzamento della fiducia nella
regione del Mar Baltico.
La volontà di de-escalation delle tensioni
e della ridurre dei rischi delle attività militari unanimemente dichiarate dai
membri dell'alleanza richiede da tempo una conferma pratica. Questo implicherebbe
il rifiuto di trasformare un territorio della cooperazione, come
tradizionalmente era il Nord Europa, in una potenziale arena di confronto.
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