Il Parlamento europeo ha adottato una
risoluzione sul mare di Azov
BRUXELLES, 25 ottobre – RIA Novosti Il Parlamento europeo ha approvato una
risoluzione che invita le autorità della UE a prevedere sanzioni più severe
contro la Russia a causa della situazione nel mare di Azov.
"La
situazione nel Mar d'Azov, il voto nel suo insieme sulla risoluzione. Chi
vota a favore? chi si astiene? Approvata",
ha annunciato il presidente della sessione del Parlamento Europeo a Strasburgo.
Il
documento, in particolare, contiene "un appello urgente all'Alto
rappresentante per la politica estera unitamente agli Stati membri della UE in
seno al Consiglio volto a chiarire che le sanzioni mirate contro la Russia verranno
rafforzate se il conflitto nel Mar d'Azov dovesse aggravarsi
ulteriormente".
Inoltre, gli
organi esecutivi dell'Unione europea sono invitati a prevedere la possibilità di
creare la figura di "Inviato speciale per la Crimea ed il Donbass".
Attualmente
sono in vigore sanzioni che la UE ha imposto alla Russia per la costruzione del
ponte di Crimea. Sotto sanzioni, in particolare, si trovano sei compagnie
russe: "Strojgazmontazh-Most", "VAD", gli Impianti navali
"Zaliv", la "Mostotrest", L’Istituto "Giprostrojmost"e
"Stroygazmontazh - SGM Group". Le sanzioni prevedono il congelamento
dei beni di queste aziende nella UE e il divieto alle persone fisiche e
giuridiche registrate nell'Unione europea di fornire loro finanziamenti.
La situazione nel mare di Azov
La
situazione della navigazione nel Mar d'Azov si è aggravata all'inizio del 2018.
A marzo l'Ucraina ha sequestrato il peschereccio “Nord” con a bordo dieci
pescatori russi. Il capitano rischia fino a cinque anni di carcere per aver
visitato illegalmente la Crimea, "per danneggiamento degli interessi dello
stato". Ad agosto, la petroliera Pogodin è stata sequestrata nel porto di
Kherson.
Mosca ha qualificato
le azioni di Kiev come "terrorismo marittimo" ed ha risposto
rafforzando le ispezioni alle frontiere nella sua parte del Mar d'Azov.
Successivamente le guardie di
frontiera ucraine hanno accusato le autorità russe di "una severa politica
di fermo ed ispezione delle navi". La
direzione del controllo frontaliero della FSB della Crimea ha dichiarato che ogni
ispezione viene effettuata in conformità del diritto internazionale del mare e
non ha mai ricevuto reclamo alcuno dai proprietari delle imbarcazioni. Anche il
Ministero degli Esteri ucraino ha riconosciuto che le guardie di frontiera
russe non hanno mai violato il protocollo durante le ispezioni. Successivamente
Kiev ha annunciato l'intenzione di rafforzare la propria presenza militare nel
Mar d'Azov e creare una base navale nella regione.
РИА Новости https://ria.ru/world/20181025/1531465579.html
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