Gli eventi
in Venezuela stanno diventando sempre più allarmanti.
Le
informazioni ricevute da un certo numero di capitali europee riguardano la
richiesta di ultimatum alle autorità legittime di Caracas di organizzare, entro
otto giorni, di elezioni "democratiche, pulite e trasparenti". Questi
requisiti sono accompagnati dalla minaccia di riconoscimento del leader
dell'opposizione H. Guaidó da parte del nuovo capo dello stato.
Hanno
attirato l’attenzione la sincronicità e l'intensità di queste "farciture"
poche ore prima che gli Stati Uniti convocassero una discussione sulla
situazione in Venezuela nel Consiglio di sicurezza dell'ONU. Dietro tutto
questo il "bastone conduttore" di Washington è chiaramente visibile.
Ciò che sta
accadendo non fa altro che enfatizzare la situazione politica interna nell’amichevole
Venezuela. La situazione viene artificialmente riscaldata dall'esterno, gli
stati d'animo più radicali vengono stimolati. La cinica, evidente interferenza
negli affari interni di uno stato sovrano continua. Questo deve finire.
Da parte
nostra, riaffermiamo la nostra disponibilità a contribuire a trovare una
comprensione reciproca tra le forze politiche responsabili del Venezuela,
nell'interesse di assicurare la pace e la tranquillità interne e di risolvere
prontamente i problemi sociali ed economici urgenti. Siamo pronti a interagire
con gli altri stati che condividono questo approccio.
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