Intervento del
Rappresentante permanente della Federazione
Russa
A.K. LUKASHEVICH
nel corso della riunione del Consiglio permanente
dell'OSCE
7 novembre 2019
«Sulla persecuzione politica in Lituania»
Egregio Signor Presidente,
in Lituania, continuano le persecuzioni
motivate politicamente di coloro che parlano in modo diverso dalle posizioni delle
autorità. La libertà di parola ed i diritti umani fondamentali sono sacrificati
alle posizioni ufficiali allo scopo di denigrare il periodo sovietico del
paese.
A questo proposito il caso del
politico dell'opposizione, giornalista, ex leader del Fronte popolare
socialista della Lituania Algirdas Paleckis è indicativo. È stato multato nel
2011 per una sola frase sugli eventi alla torre della televisione di Vilnius nel
1991 - "si sono sparati da soli". Inizialmente l'istruttoria aveva chiesto
un anno di carcere. Anche allora l’accusa penale di A. Paleckis ha mostrato a
tutto il mondo come è realmente la situazione con la libertà di parola nella
Lituania "democratica".
Qualche anno dopo Vilnius ha relegato
nuovamente l’opposizione sgradita in disgrazia. Ora è accusato di presunto
"spionaggio a favore della Russia". Nel frattempo, dopo un intero
anno di detenzione ingiustificata di un politico e di un giornalista in galera,
non viene fornita alcuna prova. Ciononostante lo scorso 22 ottobre il tribunale
distrettuale di Kaunas ha concesso al procuratore la proroga degli arresti per
A. Paleckis per un periodo di due mesi. La politicizzazione dell'accusa è
evidente. Questo, tra l’altro, è compreso nella stessa Lituania. Tanto che l'ex
sindaco di Kaunas Vytautas Shustauskas ha dichiarato che solo "uno Stato
debole può tenere in carcere una persona innocente". Vorrei anche vedere
anche la reazione del Rappresentante OSCE sulla libertà dei media A. Desir alla
persecuzione del giornalista.
«L’Affare Paleckis», purtroppo, non è isolato. L'anno scorso sono state
avviate azioni penali contro Vjacheslav Titov, deputato del consiglio comunale
di Klaipeda, capo della sezione locale dell' «Unione dei russi di Lituania», un
altro esempio della lotta contro il dissenso nel paese. La denuncia è stata
presentata solamente perché l’imputato dubitava pubblicamente della necessità
di glorificare il leader dei "fratelli della foresta" Adolfas Ramanauskas
(Vanagas), ricordando il suo coinvolgimento nel massacro di civili durante la
seconda guerra mondiale. L’espressione di questa opinione, che tra l'altro si
basava sul verdetto della Corte suprema della SSR lituana del 1957, V. Titov è
stato multato di 10mila euro. Inoltre,
letteralmente l'altro ieri, il 5 novembre, la Commissione elettorale centrale
della Lituania ha completamente privato il politico del mandato elettorale,
peraltro non per la prima volta.
Per motivi politici la
Lituania sta anche perseguitando il presidente del Fronte popolare socialista (Socialistinis Liaudies Frontas)
della Lituania, l'attivista per i diritti umani Giedrius Grabauskas. I motivi
per la perquisizione domiciliare nell'ottobre di quest'anno ed il sequestro dei
computer, come indicato nella notifica di trasmessagli dalle forze dell'ordine
lituane, è stato un’intervista con la televisione russa in cui Giedrius
Grabauskas ha semplicemente pronunciato la condanna dei "fratelli della
foresta".
A parte, vogliamo attirare l'attenzione
sull'accusa apertamente politicizzata contro Jurij Mel’, uno degli imputati nel
cosiddetto affare 13 gennaio 1991. Abbiamo già analizzato questa questione in
dettaglio a maggio. Come noto, emettendo i verdetti a marzo, i giudici lituani
sula scia dei legislatori del paese hanno violati grossolanamente le basi del
diritto internazionale, compreso il principio di inammissibilità della legge
penale retroattiva. Le circostanze oggettive del caso sono state ignorate.
Jurij Mel’ è stato condannato a sette anni di
reclusione per il solo fatto che nel gennaio 1991 sul carro armato sparò tre
colpi in aria per ordine del suo comandante. Anche la grave malattia di Jurij (diabete
mellito) non è stata presa in considerazione. Questa circostanza non viene presa
in considerazione dai capi carcerari. Così, durante il suo soggiorno nel mese
di aprile-maggio nel centro dall’amministrazione carceraria di Siauliai,
subito si è iniziato ad applicare misure rigide: frequenti trasferimenti da
una cella all'altra, il non prestare cure mediche, il divieto temporaneo per
l'acquisto di farmaci e generi alimentari dalla chiosco carcerario ed altro. La
condanna ingiusta della Corte lituana nei confronti di Jurij Mel’ viola
chiaramente il diritto ad una corte equa, imparziale e indipendente, nonché ad
un trattamento decente nel sistema penitenziario.
Tutti questi casi non sono
altro che repressione politica e lotta al dissenso nella realtà del 21° secolo.
È sorprendente che i partner di Vilnius nell'Unione europea abbiano diligentemente
chiuso gli occhi su di loro. Chiediamo alle autorità lituane di interrompere
immediatamente la persecuzione. Chiediamo inoltre alle strutture competenti e
agli Stati partecipanti dell'OSCE di rispondere alle flagranti misure illegali
della Lituania.
Vi ringrazio dell’attenzione
Nessun commento:
Posta un commento