venerdì 15 novembre 2019

«Sulla situazione in Ucraina e la necessità di attuare gli accordi di Minsk»




Intervento
del Rappresentante permanente della Federazione Russa
A.K. LUKASHEVICH
nel corso di una riunione del Consiglio permanente dell'OSCE
7 novembre 2019

«Sulla situazione in Ucraina e la necessità di attuare gli accordi di Minsk»

 





 

Egregio Signor Presidente,

la situazione sia nel Donbass che in Ucraina, nel suo insieme, si sta sviluppando in diverse direzioni. Sfortunatamente vi sono molte più tendenze allarmanti di pochi segnali positivi.
Il 1° novembre la SMM ha annunciato di aver ricevuto una notifica dalla milizia ed il giorno successivo da parte ucraina del completamento del ritiro delle forze e dei mezzi dall’area di Zolotoe. Questo è un segnale positivo, seguito dallo smantellamento delle fortificazioni e dallo sgombero del territorio all'interno del sito. Esortiamo la SMM a non ridurre l'intensità di monitoraggio di questi processi. La smilitarizzazione del sito, una volta completata con successo, contribuirà a ridurre la tensione.
Allo stesso tempo, oltre alle notizie di Zolotoe, le forze armate ucraine hanno di nuovo contrastato con aria di sfida l'area di Petrovskij. La data di inizio di questo processo, il 4 novembre, era stata concordata in una riunione del gruppo di contatto a Minsk ed annunciata pubblicamente dal presidente V. Zelensky. Tuttavia, in previsione della prevista separazione, presso il quartier generale dell’ "operazione delle forze combinate" ("OOS"), è stato annunciato ufficialmente che la parte ucraina non avrebbe proceduto al ritiro ed ha proposto una nuova data. E’ stato fatto riferimento alla violazione del "regime del silenzio" registrato dalla SMM il 30 ottobre all'interno del distretto, che la parte ucraina ha immediatamente attribuito alle milizie. Inoltre, come risulta dal rapporto della Missione, gli osservatori a Petrovskij hanno sentito il suono di due colpi 1-2 km a sud-ovest di questo villaggio, cioè vicino alle trincee dell'esercito ucraino. È caratteristico che Kiev a lungo eviti ulteriori misure per controllare e rafforzare il cessate il fuoco, comprese le punizioni disciplinari dei trasgressori. Alla fine, presso il comando delle "OOS", ha definito la dichiarazione dei rappresentanti della milizia, sulla loro disponibilità ad iniziare il ritiro il 4 novembre, "un'altra provocazione". Quindi l'intenzione di attuare misure pratiche per ridurre la tensione viene intesa come una "provocazione". La SMM ha nuovamente rilevato il lancio del missile di segnale da parte delle milizie (che attesta l’avvio del ritiro ndt) e ha dichiarato che non vi era alcuna risposta da parte ucraina, a seguito della quale il ritiro non è stato iniziato. Speriamo che avvenga nel prossimo futuro con l'accordo di Kiev e Donezk.
Sollecitiamo Kiev ad adottare un approccio responsabile agli accordi da essa raggiunti nel gruppo di contatto con Donezk e Lugansk. L'estensione di requisiti unilaterali non previsti testimonia piuttosto il desiderio di dare un carattere politico alla situazione piuttosto che il desiderio di una rapida e reale deescalation. Lasciate che ricordi che nel caso di Petrovskij, come a Zolotoe, non si tratta di avviare il processo principale, ma di eliminare le violazioni commesse dopo che il ritiro ha avuto luogo in quell’area nel 2016. Richiamiamo l'attenzione sulla necessità di aderire alle procedure definite dal programma concordato nel Gruppo di contatto. Questi accordi, tra l'altro, non contengono alcun requisito per un "regime di silenzio" di 7 giorni. Lo scontro armato nel Donbass continua a spezzare le vite e mutilare i destini. Un'esplosione di granate ha ucciso marito e moglie a Kurachovo. Nell'ospedale di Pervomajsk, la SMM ha visitato un sedicenne ferito alcune settimane fa ad una festa di villaggio a Zolotoe-5 / Michajlovka. Questo è esattamente il villaggio in cui bambini e adolescenti spesso diventano obiettivi di bombardamenti delle posizioni ucraine. Secondo la SMM, il 23 ottobre, una scuola è stata bombardata per la quindicesima volta. Per una foruita coincidenza gli alunni non sono rimasti feriti.
La missione riferisce di danni agli edifici residenziali nella città di Jasinovataja ed ai villaggi di Aleksandrovka e Golmovskij, situati in alcune aree della regione di Donezk. È interessante notare coma a Jasinovataja un edificio a cinque piani è stato bombardato dalla direzione ovest-nord-ovest da un veicolo blindato BMP-2, sono rimasti danneggiati alcuni appartamenti. È chiaro che questo atto di intimidazione dei civili non ha nulla a che fare con l'uso del fuoco a scopi militari.
Il numero di vittime non legate alla minaccia delle mine continua a crescere. Secondo la SMM, almeno 16 persone sono rimaste ferite da quando hanno bombardato i territori di alcune aree del Donbass dall'annuncio della "tregua". Dall'altro lato della linea di contatto per lo stesso periodo, tre sono rimasti feriti. La differenza più di cinque volte dimostra chiaramente che i civili continuano a essere uno degli obiettivi delle forze di sicurezza ucraine. Insistiamo sulla necessità di pubblicare più rapidamente i dati generalizzati di SMM sulle vittime e la distruzione delle infrastrutture civili. La relazione tematica della Missione su questo argomento è stata a lungo richiesta.
I continui bombardamenti vicino a strutture vitali porta ad un ulteriore deterioramento della situazione della popolazione. Apprezziamo gli sforzi della SMM, che solo dall'autunno del 2018 all'estate di quest'anno hanno contribuito alla creazione dell'ordine di 1300 "finestre del silenzio" necessarie per i lavori di riparazione e assicurando il normale funzionamento di oltre un centinaio di tali strutture e comunicazioni. Abbiamo prestato attenzione al rapporto tematico della Missione recentemente pubblicato relativo al monitoraggio e alla facilitazione del ripristino delle infrastrutture civili nel Donbass.
Allo stesso tempo spiace notare che, nonostante gli sforzi compiuti, si stanno verificando provocazioni armate con nuove vittime. Un esempio recente è il ferimento del 24 ottobre di due lavoratori che effettuavano riparazioni vicino alla stazione di pompaggio di Kondrashevskij. La situazione intorno alla stazione di filtraggio (dell’acqua potabile ndt) di Donezk rimane allarmante. Ad agosto la SMM ha informato dello spiegamento di una posizione di combattimento dell’esercito ucraino a 200 metri ad ovest della stazione, nella "zona grigia". Ogni volta, rischiando la vita, i dipendenti della stazione e gli osservatori SMM che li accompagnano sono costretti a recarsi sul posto di lavoro.
Esortiamo le autorità ucraine e i loro tutor di Washington e Bruxelles a riconoscere pienamente le conseguenze negative per la popolazione civile a cui porta l'indulgenza delle aspirazioni belliciste delle forze di sicurezza ucraine e dei nazionalisti armati. Stanno testardamente cercando di distrarre l'attenzione della società ucraina dalla necessità di cercare modi per risolvere le vere cause alla radice della più profonda crisi socio-politica che ha portato al conflitto armato interno. Assistiamo al contrario a continui tentativi di guidare gli ucraini sulla falsa strada della ricerca di "nemici" negli stati e popoli vicini. Tutto ciò non fa che approfondire le contraddizioni all'interno dell'Ucraina stessa.
Signor Presidente,
Il rappresentante ucraino ha a lungo parlato della difficile situazione del Donbass. Allo stesso tempo, se Kiev si preoccupa davvero della situazione umanitaria nella regione e del destino delle persone, allora dovrebbe immediatamente cessare il fuoco, eliminare l'influenza distruttiva dei radicali nazionalisti sulla situazione della sicurezza e intensificare i colloqui di Minsk con Donezk e Lugansk attraverso l'intero spettro del ritiro. Sollecitiamo la leadership dell'Ucraina a revocare il disumano blocco socioeconomico e dei trasporti del Donbass, rendendosi conto della loro responsabilità nella soluzione del conflitto nel Donbass. La chiave di questo è il dialogo diretto di Kiev con i rappresentanti di Donezk e Lugansk nel gruppo di contatto, la rapida attuazione dell’ '"insieme di misure" approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 12 febbraio 2015 e il raggiungimento di una soluzione duratura e praticabile. La regione è stanca della guerra. Le persone hanno bisogno di pace.
Signor Presidente,
le azioni dei nazionalisti radicali ucraini continuano a ritardare le prospettive di risoluzione delle contraddizioni esistenti non solo nel Donbass, ma anche nel resto dell'Ucraina. Lo scorso fine settimana, con la tacita connivenza delle autorità, ad Odessa sono stati commessi mostruosi atti di vandalismo. Il 2 novembre i radicali hanno smantellato il bassorilievo di G.K. Zhukov, un eccezionale comandante sovietico che ha partecipato alla liberazione dell'Ucraina dall'occupazione nazista, dall’edificio dell'ufficio di registrazione e arruolamento militare di Primorskij. Lo stesso giorno numerosi gruppi di premurosi residenti di Odessa hanno organizzato un memoriale improvvisato sul luogo dello smantellamento, portando fiori e candele. I radicali tuttavia hanno distrutto questo memoriale, hanno rotto le lampade con le candele e hanno bruciato i fiori. Un video dell'incidente è stato mostrato da molti media. Presente al momento del rogo dei fiori la "polizia del dialogo" statale che non solo non ha adottato misure per trattenere i partecipanti alle atrocità nazionaliste, ma non ha mai cercato di fermarli.
L'obiettivo dei radicali è ovvio: imporre i loro valori distorti agli abitanti dell'Ucraina. Un gran numero di odessiti è stato messo a dura prova. Basta ricordare come i seguaci delle idee nazionaliste non solo hanno intimidito, ma hanno bruciato vive molte persone nella Camera dei Sindacati di Odessa il 2 maggio 2014. Cinque anni e mezzo dopo il crimine non è mai stato indagato. Le forze di polizia ucraine, anche sotto la nuova guida, non stanno conducendo alcuna azione investigativa efficace per stabilire le vere cause e gli autori di ciò che è accaduto. E' stata bloccata un'iniziativa del deputato che rappresenta Odessa nella Verchovna Rada, sulla promozione parlamentare delle indagini relative alla tragedia. A quanto pare le autorità continuano a tacere sulle violenze e gli eccessi e sbiancare sbiancare i neonazisti in Ucraina cercando di instillare nell’opinione pubblica ucraina e mondiale la tesi che «non ci sono» (neonazisti).
Nel frattempo, il 1° novembre nella città di Kalush, nella regione di Ivano-Frankovsk, con il permesso delle autorità locali, i membri del "Movimento nazionalista ucraino" sulla facciata della Casa della Cultura distrettuale hanno aperto un bassorilievo al Hauptsturmfuhrer della divisione SS «Galizia» Dmytry Paliev.
Ricordiamo come le conseguenze della coltivazione del nazionalismo aggressivo possono avere l'impatto più negativo su tutta la sicurezza europea. Esortiamo le pertinenti istituzioni dell'OSCE, compreso l'ODIHR, a tenere attentamente sotto controllo l'argomento. Ci aspettiamo che la SMM pubblicherà un rapporto tematico sulle manifestazioni di nazionalismo aggressivo, neonazismo e xenofobia in Ucraina.
Vi ringrazio dell’attenzione 


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