martedì 1 marzo 2022

Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sul ruolo dell'Unione europea negli eventi in Ucraina


 

Per molti anni l'Unione Europea, sotto le spoglie di "operatore di pace", ha generosamente finanziato il regime di Kiev salito al potere a seguito di un colpo di stato incostituzionale. Ha assistito in silenzio allo sterminio della popolazione nel Donbass, allo strangolamento delle persone di lingua russa in Ucraina. La UE ha ignorato i nostri continui inviti a prestare attenzione al predominio dei nazisti al potere in Ucraina, al blocco socioeconomico e all'uccisione di civili nel sud-est del paese. Collegando ogni prospettiva di relazione con la Russia all'attuazione del pacchetto di misure di Minsk, nulla hanno fatto per incoraggiare Kiev ad avviare l'attuazione dei suoi elementi chiave. Allo stesso tempo hanno finanziato le autorità di Kiev e un regime di esenzione dal visto. Hanno esteso le sanzioni anti-russe con futili pretesti. Hanno partecipato a spettacoli messi in scena da Kiev che mettono in dubbio l'integrità territoriale della Federazione Russa.

Ora però le maschere sono cadute. La decisione della UE del 27 febbraio di iniziare le consegne di armi letali all'esercito ucraino è autorivelante. Segna la fine dell'integrazione europea come progetto "pacifista" per la riconciliazione dei popoli europei dopo la seconda guerra mondiale. Gli stati della UE si sono alla fine schierati con il regime di Kiev, regime che ha scatenato una politica di genocidio contro una parte della sua stessa popolazione.

Senza accorgersene, senza comprendere le loro azioni anti-russe, a Bruxelles sono scivolati nella "nuova lingua" di George Orwell. Hanno annunciato che avrebbero "investito" nella guerra scatenata in Ucraina nel 2014 attraverso un meccanismo dal nome rivelatore "Fondo europeo per la pace". La leadership della UE non esita a fare riferimento a missili e armi leggere, munizioni e persino aerei da combattimento come mezzi "difensivi".

I membri della UE hanno dimostrato cosa sia realmente lo Stato di diritto in Europa, ignorando tutti ed otto i criteri della propria "posizione comune" del Consiglio UE "Sulla definizione di regole comuni per il controllo dell'esportazione di tecnologia e attrezzature militari" 2008/944 / PESC dell'8 dicembre 2008, che vieta espressamente la fornitura di armi e attrezzature militari nelle seguenti situazioni:

1 mancato rispetto da parte del paese di destinazione degli obblighi internazionali (Kiev ha ignorato gli obblighi previsti dal "Pacchetto di misure" di Minsk approvato dall'UNSCR 2202);

2 mancato rispetto dei diritti umani, compreso il rischio di utilizzare le armi fornite per la repressione interna (Kiev ha commesso un genocidio nel Donbass);

3 conflitto armato nel paese di destinazione e rischi della sua escalation a causa della fornitura di armi;

4 minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità regionali, compresa la possibilità di un conflitto armato con un paese terzo;

5 rischio per la sicurezza nazionale dei paesi dell'UE (le armi fornite possono essere utilizzate contro gli interessi dei paesi della UE);

6 politica del paese acquirente, compreso il rispetto del principio del non uso della forza, del diritto internazionale umanitario e del regime di non proliferazione nel campo del controllo degli armamenti (non riteniamo che Kiev abbia adempiuto in modo esemplare a tali obblighi, compreso il fatto del non tener conto dei casi noti di schemi “grigi" del commercio di armi con l'Ucraina);

7 il rischio che le armi fornite cadano in mani sbagliate, comprese quelle di organizzazioni terroristiche (tenendo conto della attuale distribuzione incontrollata di armi in Ucraina alla popolazione, c'è una probabilità quasi certa che alla fine alcune di loro finiranno nel mercato nero);

8 mantenere un equilibrio tra militarizzazione e sviluppo economico del paese destinatario (riteniamo che Kiev dovrebbe essere più interessata all'economia ucraina che non alla repressione forzata del dissenso).

I cittadini e le strutture della UE coinvolti nella fornitura di armi letali, carburanti e lubrificanti alle forze armate ucraine saranno responsabili delle eventuali conseguenze di tali azioni nel contesto dell'operazione militare speciale in corso. Non possono non comprendere il grado di pericolosità delle conseguenze.

Infine un altro mito piantato in passato dai membri della UE è stato finalmente sfatato: le loro restrizioni unilaterali, illegittime in termini legali internazionali, non sarebbero dirette contro il popolo russo. I funzionari di Bruxelles, che fino a poco tempo fa si presentavano come “partner strategico” del nostro Paese, non si nascondono più troppo, dicendo: intendiamo infliggere il “massimo danno” alla Russia, “colpire i punti dolenti”, “distruggere gravemente la sua economia” e “sopprimere la crescita economica” del Paese.

❗ Vogliamo assicurarvi che non funzionerà. Le azioni dell'Unione Europea non rimarranno senza una risposta dura. La Russia continuerà a garantire la realizzazione dei suoi interessi nazionali vitali senza riguardo alle sanzioni e alle loro minacce. È tempo che i paesi occidentali comprendano che il loro dominio incontrastato sull'economia mondiale è scomparso da tempo.

 

🔗 https://mid.ru/ru/foreign_policy/news/1802098/

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